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Libertà è [anche] disinformazione!

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20131108-x1.1IL PARCO DELLE BUFALE – Alcuni fornitori del parco spacciano in proprio bufale sul clima. Da vera signora, la custode lasciava quelle del Corriere della Sera alla concorrenza. Adesso però gli abusivi esagerano, medita di denunciarli all’Annonaria.
Sul blog della Società chimica italiana, Claudio Della Volpe trascura la propria disciplina e durante l’orario di volontariato che fa? Legge una notizia ANSA:

L’oceano Pacifico sempre più caldo. La temperatura dell’acqua 15 volte più calda in 60 anni.

Siccome 60 anni fa l’acqua era a 300 gradi kelvin, è chiaro che gli autori dell’articolo di Science, citato dall’ANSA, non hanno scoperto un aumento del tasso di riscaldamento in una zona del Pacifico, bensì un nuovo stato della materia in cui a  4.500 kelvin non spezzano i legami che uniscono due atomi di idrogeno e uno di ossigeno. Quale occasione migliore per spiegare ai lettori La natura del legame chimico? Invece Della Volpe trascura anche quella.

La custode sta ancora calcolando la quantità di calore riemessa dal Pacifico in atmosfera per decidere come vestirsi, quando il perfido Riccardo Reitano, altro fornitore di fiducia, porta alla concorrenza una splendida bovina della BBC: il minimo solare si sta protraendo e sta per iniziare una piccola era glaciale, lo sostiene il prof. Mike Lockwood.

Da 15 anni, Mike Lockwood pubblica articoli scientifici in cui scrive che l’effetto dei cicli di attività solare è ormai sovrastato dall’effetto dei gas serra quindi, fra i meteorologi italiani che non credono all’effetto serra e riprendono la notizia, il più felice della svolta è il tenente colonnello Guido Guidi.Ignaro della smentita pubblicata da Mike Lockwood il 1 novembre, due giorni dopo scrive:

Come cambia il mondo. E come cambia il Sole. E come cambiano le idee. Solo il clima non dovrebbe cambiare mai! Ma la libertà intellettuale di Lockwodd è adorabile, specialmente perché, dopo aver (secondo loro) seppellito a suon di risate quanti queste cose le dicono da parecchio tempo, ora questa nuova, inattesa e, soprattutto temporanea fase di declino dell’attività solare e delle temperature permetterà di smettere di far finta che non sia vero e restare in sella, nonostante le cose vadano nella direzione opposta a quella prevista.

Forza allora, uniamoci al coro. Libertà è [anche] partecipazione!

Si unisce una persona e il 9 novembre, il sempre più ignaro alt. uff. delle FF.AA. si congratula

Queste sono soddisfazioni!

A chi lo dice, tenente colonnello!

Crediti immagine: solar flare, 5 novembre 2013, NASA


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Disinvoltura

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Open_Access_logo_PLoS_white.svgIL PARCO DELLE BUFALE – Su Scienza in rete, i ricercatori parlano della qualità sempre più scadente della ricerca biomedica. Colpa dell’incompetenza statistica degli autori? Dell’open access predatorio che li induce in tentazione? O dei direttori di laboratori o di riviste che non si assumono le proprie responsabilità?

Forse pensando allo scandalo delle immagini “aggiustate” nei lavori dell’oncologo Alfredo Fusco et al. di cui il professore accusa “tesisti” del suo lab, Caterina Porta e Stefano Zapperi ricordano una famosa ingiustizia. Dopo la scoperta di molte falsificazioni, il giovane Jan Hendrik Schön è stato licenziato e il suo dottorato revocato, invece ha proseguito nella brillante carriera il suo capo, Bertram Batlogg, che ne co-firmava gli articoli. Per guarire questa patologia, scrivono Porta e Zapperi,

La ricetta è una ed è semplice: Il responsabile del gruppo di ricerca deve essere chiamato a rispondere in prima persona nel caso di frodi accertate all’interno del proprio gruppo. Questo semplice fatto porterebbe ad una serie di conseguenze: per mantenere un controllo della qualità e riproducibilità dei risultati, il responsabile di un gruppo sarebbe costretto a seguire direttamente le ricerche e presterebbe maggiore attenzione a quanto viene pubblicato magari pubblicando anche un po’ meno.

Dubito che sia semplice. Ernesto Carafoli, per esempio, non è d’accordo: a suo avviso, si dovrebbe eliminare l’open access. Paradossalmente, dirige la rivista Biochemical and Biophysical Research Communications, non in open access, dell’editore Wiley. Senza controllare né l’esistenza degli autori né la fonte dei dati, ha pubblicato un clamoroso furto che il prof. Carafoli racconta come se la responsabilità non fosse affatto sua.

Trova più reprensibile manipolare i dati che trattarli con disinvoltura e, disinvolto, scrive:

La “punch line” sulle riviste Open Access, e lo voglio ripetere con enfasi, è che per il 99% (butto là…) sono solo un’operazione truffaldina. (1)

Una percentuale infondata, a meno che il prof. Carafoli non ritenga truffaldini anche editori come lo stesso Wiley. Fatto questo, a Stefano Zapperi che chiede un po’ rigore, risponde:

Quanto alla convinzione del mio cortese interlocutore che non vi sia differenza tra “disinvoltura” e fabbricazione totale dei risultati , bé, io dissento proprio. Fermo restando che i risultati NON vanno corretti, c’è differenza tra il rubare una mela e l’accoppare qualcuno. A molte persone tutto sommato scientificamente oneste è capitato di eliminare un punto di una curva che era, come dire, un poco “fuori”.

(Ingenua, credevo che gli scienziati “tutto sommato onesti” erano quelli che non eliminavano alcunché.)

Io a dire il vero ho anche il sospetto che molti di quelli che ora le osannano siano forse motivati dagli inutili motivi di arrivare a Nature o Science… Chi diceva che a pensar male si fa peccato, ma di solito ci si azzecca ? …

“A dire il vero”, Zapperi arriva sia a Nature che a Science e nel suo intervento non cita l’open access.

(1) Con la stessa disinvoltura, il prof. Carafoli lancia accuse ben peggiori, basate su dati altrettanto falsi.

*

p.s. Una bella notizia per noi cronisti, anche le scienze della vita si sono dotate di un deposito di preprints - http://biorxiv.org/ - per discipline dalla B come Biochimica alla Z come Zoologia.

Crediti immagine: art designer at PLoS, modified by Wikipedia users Nina, Beao, and JakobVoss, Wikimedia Commons


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Altro viaggio dello yogurt

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800px-Yaourtiere_SEBIL PARCO DELLE BUFALE – In controtendenza rispetto all’economia mondiale, prosegue la tendenza al rialzo dei prodotti della Immuno Biotech, con sede in Belgio e in un paradiso fiscale britannico, di cui è direttore scientifico Marco Ruggiero dell’università di Firenze.

Come i lettori ricordano.. figurarsi (1), per arrotondare lo stipendio il professore era passato dallo spaccio su internet dello yogurt da 100 euro che cura l’AIDS, alla direzione scientifica dell’Immuno Biotech. Oltre al GcMaf, un derivato dalla vitamina D, da assumere aggiunto allo yogurt o in altre forme per curare autismo, Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla o malattie dei reni e del fegato, quest’estate la ditta vendeva

corsi residenziali di benessere di sei settimane, in Germania, per insegnare ai sofferenti come eradicare due tipi di malattia: il cancro all’ultimo stadio, con una garanzia di successo in quanto il prezzo del corso sarà rimborsato se non abbiamo successo, e la sindrome da stanchezza cronica/encefalite mialgica. (…) Il Professor Ruggiero sarà il Direttore del Corso.

Dal 28 ottobre il corso si svolge nel “centro di trattamento” di un albergo svizzero e la retta settimanale di 1.200 euro è raddoppiata. Sono raccomandate 6 settimane anche se questo termina il 18 novembre. L’offerta speciale di 2.400 euro è valida fino al 1 gennaio 2014, da quella data il prezzo raddoppia di nuovo.Il prof. Ruggiero tiene quattro corsi a Firenze, non è chiaro come possa essere contemporaneamente in Svizzera, comunque al “sofferente” morto entro un anno di cancro terminale è tuttora garantito che il corso gli sarà rimborsato.

Sempre quest’estate l’azienda – che consiste nel businessman David Noakes, nel prof. Ruggiero, una segreteria telefonica  e un indirizzo mail – ha scoperto le “cause più comuni del cancro”, qualunque esso sia:

1. troppo zucchero
2. alimentazione carente di amminoacidi e metalli in traccia
3. mancanza di vitamina D
4. mancanza di ossigeno ed esercizio
5. grave stress da shock

La custode ritiene che il prof. Ruggiero lo insegni anche all’università di Firenze. Farlo solo in cambio di 2.400 e  4.800 euro settimanali non sarebbe da lui. Ma non è tutto. L’azienda faceva sapere l’11 novembre di aver appena pubblicato tre “papers peer-reviewed”. Due sono sunti, raccolti negli atti di una conferenza, di articoli pubblicati da altri nel 2002 e dall’azienda nel 2008. La terza pubblicazione, comprata da un prestigioso predone dell’open access, dimostra l’effetto terapeutico del GcMaf su neuroni in vitro e quindi sulla sindrome da fatica cronica/encefalite mialgica.

A quanto la custode ne sa, anche questa è una grande scoperta: né lo yogurt né il GcMaf vengono iniettati nel cervello e finora né l’uno né l’altro erano ritenuti in grado di superare la barriera emato-encefalica.

(1) Puntate precedenti

- Peter Duesberg, l’Aids e lo yogurt del prof. Ruggiero

- Lo yogurt del prof. Ruggiero, cont.

- Il ritorno dello yogurt

- I viaggi dello yogurt

Crediti immagine: Pinpin, Wikimedia Commons


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Il dosimetro

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525px-Quark_structure_neutron.svgIL PARCO DELLE BUFALE – Mentre la custode scriveva dell’effetto piezoelettrico, le è venuto in mente il reattore piezonucleare e il suo inventore Fabio Cardone di cui era senza notizie da tempo e con lei i lettori di nome Leopoldo.

Vista la difficoltà incontrata finora nel contare i neutroni emessi dalle reazioni piezonucleari e resi innocui dalla divina Provvidenza, sarà evidente anche ai lettori non Leopoldo che servono strumenti di misura progettati appositamente. Uno è appena stato inventato dal “prof.” Cardone, insieme a Giovanni Cherubinipiezonuclearista dell’ARPA, Andrea Petrucci e Walter Perconti, piezonuclearisti dell’ENEA, e Alberto Rosada, fusione freddista dell’ENEA. Lo hanno pubblicato su Detection, prestigiosa rivista di un predone dell’open access già celebrato dal Parco.

Si tratta di un dosimetro di neutroni a base di acido borico granulare che garantisce un imaging ben più preciso, semplice ed economico dell’inaffidabile CR39 usato comunemente nei laboratori di fisica nucleare.

Essendo lo strumento in attesa di brevetto, i particolari scarseggiano. Si apprende però che, sulla pellicola, ogni particella alfa doveva lasciare una scia mentre invece capitavano in blocco, come dimostrano le illustrazioni, o per niente. Per motivi ignoti, gli autori se ne fanno una ragione e scrivono

vorremmo riferire una seconda ipotesi, avanzata da un revisore anonimo… Come veniva indicato nel caso della pellicola, le tracce individuali sono invisibili. Tuttavia ci si può aspettare che l’acido borico granulare reagisca alle particelle alfa in maniera molto simile a uno scintillatore. In tal caso, una singola particella alfa energetica produrrà un vasto numero di fotoni (forse decine di migliaia o più).

Nell’articolo non sono messe a confronto immagini ottenute con banali rivelatori a scintillazione e con il rivoluzionario dosimetro di Cardone et al. In questo modo purtroppo, i suoi vantaggi restano invisibili anch’essi.

Crediti immagine: Arpad Horvath, Wikimedia Commons


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Una tantum

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IL PARCO DELLE BUFALE - Su consiglio di e.sodato, il Parco sta per dotarsi di un container celeste a fusione fredda grazie al contributo dei lettori, primus inter pares uno di nome Leopoldo.

Quest’ultimo fa sapere che su un vecchio sito della Hydro-Fusion si può finalmente prenotare - da quanto scrivono alcuni ben informati - un E-cat fatto di 106 e-cat. Già acquistato da clienti segreti nel 2011, salpato da Ferrara in aprile per gli USA e annunciato in commercio tra un anno nel 2012, costa solo $ 1,5 milioni, anticipo di 500 mila dollari, il resto in comode rate annue di $ 300 mila.

Notizie più fresche suggeriscono che il Parco se la caverà con molto meno:

1. Da giugno HydroFusion cerca tuttora un cliente pilota al quale consegnare l’E-cat gratuitamente;

2. Uno dei licenziatari per la Germania - rappresentante anche del convertitore di energia dal vuoto - ha chiesto indietro la propria quota per investirla un’impresa di medicina alternativa

3. Sul settimanale Der Spiegel un noto fisico colloca il reattore nella “Kategorie Scharlatanerie”;

4. Su Forbes, Tim Worstall scrive

sono certo che l’e-cat di  Rossi non funziona come reclamizzato… A convincermi è il semplice fatto che se Rossi avesse una fonte di energia a buon mercato, non avrebbe bisogno di investimenti.

All’inventore bastava infatti immettere nella rete l’elettricità prodotta dall’E-cat ”stand alone” per fare milioni a palate, come intendeva fare il Parco, e salvare milioni di bambini comprare un po’ di appartamenti in Florida. Invece ha dovuto ricorrere a un partner industriale.

5. Elforsk, l’agenzia svedese di ricerca e sviluppo in campo energetico, ha pubblicato una rassegna dei risultati ottenuti con la fusione fredda dal 1989 che, senza “controllarne la veridicità scientifica”, conclude con questa domanda:

Questi risultati sono la conseguenza di errori di misura e di speranze illusorie?

6. I clienti di Elforsk avranno risposto sì all’unanimità, perché l’agenzia ha comunicato che “sta riflettendo su come monitorare gli sviluppi”, invece di parteciparci come nel 2013, con i 20 mila euro investiti da un suo cliente per una verifica iniziale delle prestazioni dell’E-cat che doveva proseguire per altri sei mesi a partire di questo autunno.

Se la domanda scarseggia, il prezzo deve per forza calare, ha ragionato il Parco. Per il celeste container farà al licenziatario italiano un’offerta che non potrà rifiutare: i 200 mila euro che egli aveva pagato ai primi del 2012 per la licenza.

Da gennaio perciò, l’abbonamento annuo a Oggi Scienza passa a 2 euro per i lettori non Leopoldo e a 40 mila per gli altri.

Crediti immagine: andrearossiecat.com


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Bar open science

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Figura 43 - Manometro 100 bar, pressione con corrente ridotta a 5mAIl PARCO DELLE BUFALE – Il personale ricambia gli auguri e ringrazia due lettori di nome Natale che hanno sostituito il catorcio, sic, non c’è più rispetto signora mia, della guardiola con un computer tachionico, di nome Gelmino: in rete va come un neutrino in un tunnel ministeriale.

Per via di guasti al laptop d’antiquariato, la custode aveva seguito poco lo scontro di opinioni tra il chimico nucleare Camillo Franchini, da un lato, e 21 ricercatori capitanati da Francesco Celani dell’INFN, sostenuti dal blog 22 passi, dal Movimento 5 Stelle e dal Partito Democratico, dall’altro. La vertenza riguardava la pressione raggiungibile dall’idrogeno sul catodo di palladio infilato in una “bombolina” contenente una soluzione variamente salata: la cella elettrolitica aperta a fusione fredda, inventata dal fisico giapponese Yoshiaki Arata nel 1955, brevettata nel 1997, e in grado di produrre 1,8 volte l’energia in entrata.

Grazie a Gelmino, la custode ha appreso che le mille e passa atmosfere che il prof. Arata affermava di raggiungere erano state confermate dal dott. Celani e colleghi. Il 17 luglio 2006 scrivevano infatti di aver ottenuto

tra 6 e 9,5 bar in valori assoluti…

come si vede sulla foto inserita nel rapporto, che calavano velocemente appena spenta la corrente. Lo ritenevano un ottimo risultato poiché

un valore di 3,8 bar era sufficiente a dimostrare che Arata era uno scienziato pienamente onesto e che Franchini – insieme ad alcuni universitari suoi colleghi – aveva fatto affermazioni completamente false.

Nell’estate scorsa, l’ing. Mario Massa si è offerto di ripetere la prova, con differenze che evitano “la regressione dello sperimentatore“, e ne ha fatto un resoconto a Natale, inteso come festa. Non solo la pressione superava i 60 bar, ma continuava a salire anche quando la corrente veniva diminuita e ci metteva più tempo a scendere quando veniva spenta.

Nel luglio 2006, Franchini aveva fatto i complimenti a Celani per aver misurato 48 bar, nell’agosto 2013 aveva cambiato idea ed era tornato a “pochi bar”, a fine anno concordava con Ugo Bardi e Giancarlo De Marchis i quali, con rapidi calcoli teorici, ipotizzano dai 70 agli 85 bar. Fautori e non della fusione fredda consigliavano a Franchini di porgere scuse a Celani per aver messo in dubbio le sue misure.

A differenza di Franchini e Celani et al., la custode non ha mai dato numeri di bar, quindi porge solo un grazie all’ing. Massa per il buon esempio di open science. Adesso ciascuno può rifare il test, con 100 euro per la lamina di palladio e con prudenza, per favore, perché l’idrogeno è un gas esplosivo. Però…

Però in questa foto del 7 luglio 2006 resa pubblica di recente per dimostrare la competenza del dott. Celani,  la pressione registrata dal suo manometro segna più di 40 bar. Come mai dieci giorni dopo, a lui e ai suoi 20 aiutanti risultava essersi fermata a 9,5?

Crediti immagine: per gentile concessione di Mario Massa/GSVIT 


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280 ppm + 120 ppm = 280 ppm

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Carbon_Dioxide_400kyr

IL PARCO DELLE BUFALE - In ottobre, la Commissione per l’energia e i cambiamenti climatici del Parlamento britannico ha chiesto a chiunque lo volesse di rispondere a domande sull’affidabilità o meno della sintesi e del primo volume del V Rapporto IPCC. In dicembre ha pubblicato i compiti dei volontari.

Capita ai parlamentari di scaricare su altri il lavoro per i quale vengono retribuiti, di solito con maggior discrezione. Quelli britannici non hanno letto nemmeno la sintesi per decisori politici in cui avrebbero trovato 10 delle 12 riposte che cercavano. Due riguardano il programma energetico ed economico del governo sul quale forse conviene chiedere lumi ai rispettivi ministeri. Sono comunque arrivati 51 contributi i cui autori sono invitati a Londra tra un mese per illustrare di persona le proprie posizioni.

Hanno risposto all’appello gli enti di ricerca che già preparano per il governo documenti sul clima, l’energia e l’economia, dalla Royal Society al Met Office, passando dalla London School of Economics. La loro breve valutazione della valutazione fatta dall’IPCC è raccomandata agli eletti sfaticati di tutto il mondo. Gli altri commenti provengono da lobby del petrolio e del carbone e da cittadini britannici o meno.  Rispetto ai commenti degli enti di ricerca, “non c’è partita”, dice il fisico Riccardo Reitano di Climalteranti, “è come mandare la squadra della scuola a giocare contro il Real Madrid”.

Per ora la squadra “scettica” riscaldamento globale antropogenico (AGW) batte quella scientifica 26 commenti a 24. Quindici sono di cittadini di varia formazione e nazionalità che non paiono aver letto né le domande né la sintesi. Gli altri sono più professionali. Li firmano la lobby canadese Friends of Science, lo statunitense N-IPCC Report, il Climate and Energy Forum scozzese, cinque opinionisti minori e tre star: Richard Lindzen dell’iperliberista Cato Institute, l’instancabile Christopher Monckton, terzo Visconte di Brenchley, che ricicla grafici falsificati e l’anti-femminista e anti-ambientalista canadese Donna Laframboise, dell’anti-tasse Frontier Center for Public Policy.

Susan Morrow, un’insegnante di scienza in pensione dall’inglese incerto, ne riassume bene i pareri:

L’IPCC è fatto al 100% da lobbisti/scienziati dell’AGW

Ci sono molti altri gruppi/scienziati del clima che si oppongono al 100%. Sono al 100% scettici. Il presunto consenso sull’AGW è una fallacia

Una vera visione del futuro del clima non sarà ottenuta finché i rapporti non incorporeranno i due lati del dibattito (ripetuto tre volte).

Dovete riconoscere che l’IPCC ha un 100% di pregiudizi, si occupa della sola scienza dell’AGW che non tiene abbastanza conto della variabilità naturale.

Fidarsi al 100% di simulazioni del clima al computer è preoccupante. Sono prodotti beta né collaudati né convalidati (ripetuto oltre).

Aggiunge con questo consiglio:

Se il Met Office vuole guidare  la ricerca mondiale sul clima. Non ignorino né demoralizzino la ricerca alternativa.!.. Impieghino un pari numero di scettici.

Prima di sorridere, si noti che la par condicio auspicata dalla signora Morrow è già applicata in USA e in Italia dove meteorologi illustri ritengono che le nostre emissioni di CO2 atmosferica non producono un effetto serra il quale sempre che esista, si è fermato nel 1998.

Crediti immagine: Robert Rohde-Global-Warming Art/GNU


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Premiato per?

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710px-Jack_AndrakaNOTIZIE – Jack Andraka - “il giovane gay premiato in Vaticano” - è diventato famoso anche in Italia per aver inventato un modo di diagnosticare precocemente vari tumori. O no?

Dalle cronache del novembre scorso, pareva che papa Francesco lo avesse insignito in persona del premio Sciacca, perché

a soli quindici anni, ha ideato un sensore a basso costo che consente la diagnosi rapida e precoce del cancro al pancreas, alle ovaie e al polmone, avendo condotto la ricerca presso la Facoltà di Medicina della Johns Hopkins University.

La Fondazione Sciacca precisava che la cerimonia si era svolta nell’Aula Magna della Pontificia Università Urbaniana, al Gianicolo e in assenza del Pontefice. Quanto alla dichiarazione del premiato, trasmessa da una radio di Baltimora

È fantastico essere riconosciuto dal Vaticano, specialmente in quanto scienziato omosessuale. Una cosa del genere sarebbe stata inaudibile solo qualche anno fa. Diventare tramite di questo progresso è stupefacente.

era frutto di un malinteso.

Che lo sia anche il premio?

Nel maggio 2012, Jack Andraka riceveva il Gordon Moore e l’Intel ESF Award per un prototipo di test basato sull’idea, trovata in pochi articoli scientifici, che un livello superiore alla media della mesotelina nel sangue e/o nell’urina consentirebbe di individuare precocemente un tipo di tumore al pancreas. E che il livello sarebbe rilevabile con un’accuratezza del 90% da una cartina ricoperta di nanotubi di carbonio.

Nel marzo 2013, Pancreatic Cancer Uk esprimeva qualche dubbio. In ottobre, su BioMed Critical un commentatore notava nella voce di Wikipedia informazioni contraddittorie sul brevetto, chiesto dall’inventore e dalla sua azienda, per un test la cui affidabilità sarebbe del 400% maggiore e il costo 26 mila volte inferiore rispetto a quelli esistenti. Seguivano critiche particolareggiate ai dati presentati da Andraka in pubblico, a cominciare dal fatto che nei pazienti affetti da quel tumore e dal suo precursore, i livelli di mesotelina sono normali.

“Presso la Facoltà di Medicina della Johns Hopkins University” intanto, il prof. Maitra ritiene che il test mostrato in varie conferenze sia da modificare: nella letteratura recente, infatti, la mesotelina risulta un marcatore inaffidabile. Ora il giovane collega deve trovare i fondi necessari e sarà difficile. Senza una pubblicazione valida e statistiche più rigorose, la sua proposta rischia di non superare la valutazione abituale negli enti che finanziano la ricerca.

Ma con una buona campagna mediatica

Crediti immagine: Benjamin Quinto, Wikimedia Commons


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Andando sul personale

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Picture of Buffalo - Free Pictures - FreeFoto.comIL PARCO DELLE BUFALE – Il commento di un autorevole fisico sulla fusione fredda è stato vittima una sospensione protratta. Per scusarsi dell’attesa inflitta al suo autore, il personale lo riproduce in extenso e in via del tutto eccezionale.

La settimana scorsa la redazione ha smesso di gozzovigliare ed è apparsa la risposta del dott.Camillo Urbani alla custode, sempre lusingata quando illustri scienziati prendono il tempo non solo di leggerla, ma addirittura di scriverle. Oltre che di energie alternative, da insegnante di scuola media il dott. Urbani è anche uno specialista di numerose discipline. Sul sito di un’azienda di strumenti digitali per scuole elementari e medie, pubblica per esempio L’universo è mentale, un’autobiografia che sfocia in una teoria generale della conoscenza e nell’unificazione di fisica, fenomeni paranormali e trucchi da prestidigitatore.

Benché molto più breve, un testo sull’origine del linguaggio susciterà senz’altro l’invidia di Noam Chomsky, Luigi Luca Cavalli Sforza e Jacques Mehler (della SISSA, al quale la custode lo raccomanda calorosamente) per l’audace versione cognitivista della teoria di Haeckel secondo la quale “l’ontogenesi ricapitola la filogenesi”:

è interessante il fatto che ogni persona nei primi quattordici, quindici anni di vita ripercorre l’evoluzione intellettiva compiuta dai nostri antenati. Conoscere tale evoluzione significa entrare nel mondo del bambino nelle diverse età e donargli ciò di cui ha bisogno in quel momento.
Verso il 40.000 a.C. dalle grida intenzionali si passa all’introduzione di comandi e si arriva verso il 25.000 a.C. all’attribuzione di nomi a cose e animali: Ai nomi propri si arriva verso il 10.000 a.C

In tema di fusione fredda, la custode notava che quando le misure erano fatte bene, i fenomeni osservati tendevano a svanire. Il dott. Urbani dissente:

Le prove moltissimi tra cui i proff. Focardi e Piantelli le hanno fatte adeguatamente a mio parere di fisico, il dire che devono essere fatte bene è una illazione che deve avere la stessa rigorosa dimostrazione di chi afferma che sono vere. Io lavoro praticamente con la fusione fredda da molto prima di Rossi, cioè da quando Piantelli pubblicò la prima relazione sul giornale il “nuovo cimento” (Rivista scientifica specialistica tra noi fisici) e di stranezze ne ho viste. Il punto è un altro a che livello il fenomeno è ripetibile a comando? Nei miei esperimenti risultava saltuario e casuale.

Non so cosa tu intenda con la frase “ho notato” tu personalmente? O altri hanno detto di aver notato? C’è una bella differenza. Sai molte volte è l’autorevolezza di chi commenta che conta più di ciò che afferma. Focardi era preside della facoltà di fisica di Bologna e se dice che ha immerso il reattore in acqua misurando il calore in eccesso in quel modo… e qualcuno dice che ha sbagliato o gli si da del cretino, o dell’incompetente.

Ignara del fatto che Il Nuovo Cimento fosse riservato ai fisici, la custode aveva infatti notato “personalmente” che le misure ivi pubblicate da Piantelli, Habel e Focardi nel 1994 erano state ivi criticate da Cerron-Zeballos et al. nel 1996. Siccome il prof. Focardi, non era più preside dal 1989, non le è chiaro se il dott. Urbani lo ritenga autorevole lo stesso anni dopo o se l’accenno al secchio vada intesa come “un’illazione”.

Conclude il dott.Urbani:

Ti faccio una previsione…. La fusione fredda sarà molto meno bufala di quanto tu immagini ora. Certo non so invece se sarà industrializzabile visto i capricci che fa.

La previsione ha quasi 90 anni, ma li porta benissimo e ne dimostra 25. Nel 1926 – la custode non c’era personalmente, ma l’ha letto personalmente su Nature nel 1989 – la facevano Fritz Paneth e Kurt Peter su Berichte der Deutschen Chemischen Gesellschaft (59, 2039). La ritrattavano l’anno dopo sulla stessa rivista (60, 808) perché nel frattempo si erano accorti di aver sbagliato le misure.
Nel 1927 Fritz Paneth* che era bravo e onesto, si dava del cretino o dell’incompetente anche su Nature.

* Era anche l’erede del magnifico codice Paneth, ora alla biblioteca di Yale.

Crediti immagine: FreeFoto/CC


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Eccellenza

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cardo-1-1

IL PARCO DELLE BUFALE - Con grave e colpevole ritardo, si informano i lettori di un’importante iniziativa politica in difesa della scoperta fatta nel laboratorio cristiano a maggioranza cattolica del “prof.” Fabio Cardone.

Dopo aver “creduto” nel metodo Stamina, gli eletti del M5* credono che un reattore piezonucleare produca flussi di neutroni innocui poiché la divina Provvidenza ne scherma le radiazioni alfa, beta e gamma. Nel novembre scorso, hanno chiesto infatti al governo di tenerselo stretto. La richiesta è stata ignorata dalla custode che se ne pente, la riproduce integralmente ché poi interroga anche lei.

 Interrogazione a risposta scritta 4-02381 presentato da GALLINELLA Filippo testo di Lunedì 4 novembre 2013, seduta n. 110  

GALLINELLA, DE LORENZIS, PARENTELA, TERZONI, MANNINO, MASSIMILIANO BERNINI, SORIAL, L’ABBATE, TOFALO, BUSINAROLO, LOREFICE, BECHIS e BALDASSARRE.

— Al Ministro della difesa.

— Per sapere

– premesso che:

  • la possibilità di produrre energia tramite processi di fissione piezonucleare è confermata da numerosi esperimenti condotti nel nostro Paese fin dal 2005 grazie alla sperimentazione eseguita dal Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con le Forze armate e la società Ansaldo nucleare;
  • il progetto della macchina ad ultrasuoni, chiamata cavitatore, fu realizzato da un team di tecnici italiani molto qualificati e il primo collaudo effettuato dalla forze armate risale al 2005;
  • i primi esperimenti vennero eseguiti in laboratorio con risultati sorprendenti; la macchina funzionò correttamente e, dopo 50-60 minuti di ultrasuoni, i rivelatori termodinamici iniziarono a registrare segnali significativi fino allo scadere del tempo previsto; seguirono poi esperimenti con altri metalli quali l’alluminio e il torio;
  • nel 2006 gli esperimenti vennero eseguiti nei laboratori del CNR a Roma, per verificare la completa ripetibilità del fenomeno e la possibilità di controllare la produzione dei neutroni variando il rapporto geometrico tra punta del sonotrodo e camera di reazione, nonché la costante assenza di radiazioni alfa, beta e gamma durante l’intero processo;
  • l’allora Presidente del CNR, dopo aver personalmente supervisionato i risultati, peraltro già ampiamente pubblicati nel volume «Deformed Spacetime», diede vita ad un esperimento di confronto tra la produzione di neutroni con gli ultrasuoni e la produzione di uno dei reattori nucleari ad uranio in funzione presso i laboratori dell’ENEA, ottenendo, per la prima volta, una misura comparativa della produzione di neutroni con ultrasuoni rispetto ad una sorgente nota di neutroni per uso industriale;
  • nel 2007 l’Ansaldo Nucleare, di concerto con il dipartimento di progettazione molecolare del CNR responsabile dei brevetti, chiese ed ottenne l’esecuzione di ulteriori esperimenti presso i laboratori del Centro tecnico logistico interforze — nucleare batteriologico chimico delle forze armate con l’uso di un rivelatore elettronico di neutroni fornito dall’ARPA; queste misure permisero di evidenziare in modo inequivocabile l’emissione ad impulsi dei neutroni;
  • a quanto si apprende, la società Ansaldo nucleare sta conducendo ulteriori ricerche volte a «trasformare» l’innovazione in materia;

in considerazione della titolarità sia dei brevetti, in capo al CNR, che della macchina, di proprietà del Ministero della difesa, sarebbe opportuno che il processo di produzione di energia tramite fissione piezonucleare rimanesse di proprietà dello Stato italiano,
quali aggiornamenti possa fornire in merito ai progressi della sperimentazione e allo stato dell’arte dei lavori condotti da Ansaldo nucleare, e se non ritenga, in considerazione dell’importanza dell’innovazione e delle sue applicazioni, che il processo e la realizzazione di eventuali prototipi debbano continuare ad essere di proprietà dello Stato italiano, in quanto eccellenza scientifica della ricerca nazionale. (4-02381)

Interrogazione non parlamentare a risposta scritta

A. Di chi è il testo copiato da Gallinella Filippo

  1. Fabio Cardone
  2. Armando de Para a.k.a. Mistero a.k.a. Andrea Rampado, ex titolare della Biokavitus e presidente della Kavital S.r.l.
  3. gli onorevoli Elisabetta Zamparuti et al.
  4. Francesco Fucilla

B. I deputati del M5* si rivolgono al Ministro della Difesa perché

  1. è molto cattolico
  2. è laureato in filosofia
  3. quel reattore è una bomba
  4. il Ministero per la ricerca ha già dato

C. Le prime reazioni piezonucleari da cavitazione sonotrodica sono state ottenute da:

  1. Percy W. Bridgman nel 1935
  2. Rusi Taleyarkhan nel 2002
  3. Fabio Cardone nel 2005
  4. Angie del MFMP nel 2013

D. In quali riviste scientifiche sono stati pubblicati i risultati ottenuti nei laboratori di FF.AA, CNR, ENEA, Ansaldo Nucleare

  1. 22 passi
  2. Nexus
  3. Villaggio Globale
  4. Scilipoti News

E. Di quanti brevetti è titolare il CNR

  1. tre
  2. due
  3. uno
  4. nessuno

F. Chi vuol sottrarre allo Stato italiano e/o alle FF.AA la proprietà del reattore piezonucleare

  1. la Startec di Brugherio (Milano), titolare della richiesta di brevetto
  2. la Startec Ultrasuoni di Cornate d’Adda (Milano), titolare del preventivo
  3. la Steriwave-Startec di Croydon (Gran Bretagna) dove viene sviluppato dal “prof.” Cardone
  4. la GDT Tek di Orlando (Disneyworld) alla quale un esemplare pronto per l’uso è stato venduto dalla precedente nel marzo 2012

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De imitatione J.C.

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149008main_image_feature_576_ys_4IL PARCO DELLE BUFALE – Breaking News: il ten. col. Guido Guidi denuncia le falsificazioni di Michael Mann nel ricostruire l’”hochey stick”, e i colossali errori che l’Intergovernmental Panel on Climate Change è stato appena costretto rimangiarsi.

In questo mondo incerto e mutevole, sarà di conforto ai lettori sapere che l’alt.uff. delle FF.AA. perde il pelo ma non l’usanza di insultare gli scienziati competenti, lodare il climastrologo Nicola Scafetta e ribaltare il contenuto di un articolo scientifico che cita. A volte cita invece negazioni dell’evidenza e se le attribuisce. Al post “IPCC in retromarcia, se n’è accorto qualcuno?” per esempio, premette una frase sua:

Anche l’argomento di oggi, tanto per cambiare, non lo leggerete sui giornali. Per diverse ragioni, perché è una cattiva notizia per i sostenitori della catastrofe climatica, perché è vera, perché non fa notizia e perché i giornali normalmente non fanno attenzione a queste cose, neanche nelle pagine scientifiche.

Il resto è tratto dalla testimonianza al Senato americano di Judith Curry, ricercatrice del Politecnico della Georgia e fautrice della libertà dei propri clienti di inquinarci il pianeta. Indignato perché i cronisti delle pagine scientifiche non si occupano di politica interna statunitense, il ten. col. Guidi ci pensa lui a dare la “notizia” che ripete un post sì e l’altro pure dal giugno 2007 (impaginazione e note della custode):

  • Assenza di riscaldamento dal 1998 e aumento della distanza tra la realtà osservata e le proiezioni delle temperature; (1)

  • Prove che indicano una sensibilità climatica inferiore (la sensibilità climatica è l’aumento delle temperature atteso in ragione di un raddoppio della concentrazione di CO2 in atmosfera); (2)

  • Prove che l’aumento del livello dei mari tra il 1920 e il 1950 è stato paragonabile a quello del periodo 1993-2012  (ricordiamo che l’aggettivazione ‘estremamente probabile’ è relativa alla sola evoluzione del clima nella seconda metà del secolo scorso); (3)

  • Aumento dell’estensione dei ghiacci antartici (ad oggi ai massimi storici); (4)

  • Scarsa confidenza nell’attribuzione degli eventi meteorologici estremi al riscaldamento globale di origine antropica. (5)

In sostanza, il 5° Report IPCC prende atto del fatto che le temperature hanno smesso di presentare un trend statisticamente significativo negli ultimi 15 anni, ma non fornisce una spiegazione convincente, nel senso che per tutte le spiegazioni proposte si indica uno scarso livello di confidenza scientifica. (6)

(1) Dopo il picco del 1998, il riscaldamento ha continuato ad aumentare, meno rapidamente negli ultimi cinque anni;

(2) Come J.C., su questo punto G.G. si fida dei modelli che accusa in blocco di essere inaffidabili,  le “prove” essendo l’esito di alcune simulazioni;

(3) L’insolito paragone tra 30 capre e 20 cavoli ha consentito a un noto motore di ricerca di ritrovare subito il testo originale;

(4) I ghiacci antartici continentali diminuiscono come e più di prima. Quelli marini stagionali si espandono (4 a) per effetto del riscaldamento oceanico, dimostrava nel 2010 un paper di…  Cliccate ché se lo scrivesse la custode, non ci credereste.

(4 a) L’espansione era già prevista dai modelli nel 1992; una parte di quella estrapolata dai dati satellitari negli anni scorsi sembra dovuta al cambiamento dei sensori utilizzati, rif. anche l’analisi statistica rifatta da Tamino;

(5) Scarsa confidenza nell’attribuzione di singoli eventi;

(6) In sostanza, il “5° Report IPCC” ripete che 15 anni non consentono “di presentare un trend statisticamente significativo”. Nei 18 mesi intercorsi da quando l’IPCC ha raccolto la letteratura scientifica, il riscaldamento più lento della temperatura alla superficie delle terre emerse viene spiegato con un “livello di confidenza” crescente.

Crediti immagine: NASA/GRACE team/DLR/Ben Holt Sr


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Lieto fine

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800px-Parco_di_Villa_il_Ventaglio,_la_villa_2IL PARCO DELLE BUFALE - ”Ecco dove sono finiti i scienziati” (sic) rivela Vincenzo Valenzi-  ex promotore di scatolette ucraine per conto di una multinazionale dei Fucilla – in una mail circolare e su Villaggio Globale all’Istituto Universitario Santa Rita.

Il nuovo ateneo, poi detto IURS, ha una sede a Bellinzona nello studio ed ex università di Orlando Del Don dell’UDC locale, insieme all’accademia di Fucilla Sr e alla scrivania di un Fucilla Jr. La sede della presidenza si trova nella villa Il Ventaglio, proprietà dello Stato e “polo didattico e di ricerca” dell’ateneo, il quale

ha già stipulato diversi protocolli di intesa con organi prestigiosi quali: l’Università Telematica San Raffaele, Rettore Prof. Giuseppe Rotilio – non è il Rettore, ndr - per il rilascio e la coordinazione dei corsi Master;  Il Collegio Toscano Periti Esperti e Consulenti e l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio; ha inoltre valicato i confini nazionali con la stretta di mano che il Dipartimento di Giurisprudenza ha appena teso ad una pubblica università della Libia.

Ha anche stretto “collaborazioni“ con la Honolulu University, lo spaccio di lauree della IDOS S.r.l. di Roma, dal quale si riforniva anche il genero di Totò Riina.

Ancor più prestigioso è l’organigramma:

  • Presidente dello IUSR: lo scienziato Luciano Davini, noto per i precedenti penali;
  • Vice presidente: lo scienziato Christian Corda, direttore di tre multinazionali dei Fucilla, vice presidente dell’accademia di Fucilla Sr e Chairman della succursale pratese;
  • Rettore: lo scienziato Angelo De Martino, consigliere UDC e naturopata a Labico, in provincia di Roma:
  • Direttore del Dipartimento di Medicina Integrata: lo scienziato Vincenzo Valenzi, reo confesso di truffa aggravata ai danni dell’Università La Sapienza.

Crediti immagine: Sailko, Wikimedia Commons


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Pan per Kit Kat

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IL PARCO DELLE BUFALE - Nell’incidente diplomatico avvenuto la scorsa settimana, la perfida Albione ha aggredito le credenze climatiche della Nestlé e dell’Italia nella persona di un suo tenente colonnello dell’Aeronautica. A Guidonia i bombardieri stanno scaldando i motori.

In un’intervista al Guardian, il presidente della Nestlé e membro del consiglio di amministrazione di Exxon Mobil, aveva espresso una fede condivisa da Guido Guidi (1):

Mentre stavamo seduti nella stazione sciistica di Davos, dopo aver ascoltato il presidente della Tanzania raccontare la storia straziante di come il riscaldamento globale renda la vita sempre più insopportabile per il suo popolo, Brabeck mi ha detto:

“I cambiamenti climatici sono inerenti allo sviluppo del mondo. Ci sono stati da quando il mondo esiste e ci saranno finché esisterà… Per me la questione riguarda cosa possiamo fare per adattarci e forse guadagnare un po’ di tempo … Siamo Dio per dire che il clima, così com’è oggi, è quello che dobbiamo tenerci? Che così deve essere? Non siamo Dio.”

L’erede al trono d’Inghilterra, depositario della fede in quanto erede pure della Chiesa anglicana, ha lanciato un guanto come non se ne vedeva dai tempi di Robin Hood, uomini in calzamaglia. A Buckingham Palace durante la distribuzione dei premi agli ambientalisti, ha detto:

Ad un tratto, con uno sbarramento di pura intimidazione, ci viene detto da potenti gruppi neghisti che gli scienziati sbagliano e che dobbiamo abbandonare la nostra fede in una soverchiante evidenza scientifica. Siano quindi ringraziati i nostri giovani imprenditori, presenti questa sera, che hanno una lungimiranza e una fiducia tale nel proprio sapere da ignorare la brigata dei polli decerebrati e da fare qualcosa di concreto per aiutare.

All’alt.uff. delle FF.AA., pollo decerebrato non l’aveva mai detto nessuno. Riuscirà il governo a fermarne la brigata prima che bombardi Buckingham Palace?

(1) Condivisa anche dal presidente di Industrial Heat che deve mettere $11 e forse più milioni di soldi altrui nella caldaia nucleare che era dell’ing. Andrea Rossi. Se l’investimento va a male, scriveva T.M. Vaughn appena trovati i soldi, è la volontà di Dio e io non c’entro.

Crediti immagine: Markcraftamen/CC


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Modesta proposta (un’altra)

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IL PARCO DELLE BUFALE – Il personale ha avuto un’idea mentre seguiva con afflizione crescente gli interventi a un simposio su come contrastare lo sterminio delle specie in via di estinzione.

In preparazione del vertice di marzo – a Bangkok che non pare un posto tranquillo – dei paesi che hanno firmato la Convenzione sul commercio delle specie in pericolo (CITES), il governo britannico e la Società zoologica di Londra hanno organizzato l’11 e 12 febbraio un incontro internazionale con i responsabili della lotta al traffico. In streaming e si potevano fare domande agli intervenuti, famiglia reale compresa.

Fra i paesi CITES, la Gran Bretagna è quello che mette più soldi nella sua applicazione, ma i soldi non bastano e le soluzioni proposte nemmeno. Qualcuno aveva suggerito una militarizzazione delle riserve naturali, ma è costosa e controproducente. Dov’è stata tentata, i trafficanti si sono armati meglio e hanno ucciso le guardie. O alcune di queste si sono alleate con i trafficanti. Quanto ai droni da telesorveglianza, costano 300 mila dollari l’uno e altrettanto farli volare per due anni, chi se li può permettere?

Nel frattempo la situazione peggiora, scrive Traffic:

L’attuale epidemia di caccia di frodo colpisce le specie più iconiche del mondo. Il numero di rinoceronti uccisi nel solo Sudafrica è passato da 13 sei anni fa a oltre mille l’anno scorso. In natura rimangono appena 3.200 tigri e più di 20.000 elefanti sono stati uccisi illegalmente nel 2012. 

La questione è culturale ed economica, dicono tutti gli esperti. In alcuni paesi del Medioriente, un uomo senza un pugnale dal manico in corno di rinoceronte infilato nella cintura è ritenuto una femminuccia, e con il boom demografico dei decenni scorsi, non bastano i pugnali lasciati in eredità dai parenti a coprire il fabbisogno. Via via che gli animali iconici diventano più rari, i loro pezzi pregiati rendono di più. Anche perché la domanda aumenta insieme al potere d’acquisto, alla corruzione e all’illegalità, anch’esse epidemiche in quasi tutte le culture come sanno gli abitanti di 17 regioni italiane su 20.

Da qualche mese si diffonde, dagli USA alla Cina e alla Francia, la distruzione delle zanne e degli oggetti in avorio. Da un lato dovrebbe scoraggiare gli investimenti nello sterminio e dall’altro favorire, facendo levitare i prezzi, i commercianti di avorio legale. Sospeso il giudizio sull’efficacia di governi stranieri e commercianti nell’aiutare gli elefanti a casa loro prima che sbarchino a pezzi sulle coste nazionali, il personale ha deciso di concentrare i propri sforzi mentali su un’altra icona.

Dopo lunghe riflessioni, gli è venuta un’idea: perché non distribuire gratis unghie pilloline blu ai credenti nelle virtù terapeutiche del corno di rinoceronte?

Crediti immagine: Save the Rhino


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Miracoli in serie

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Mc151ad8772e1920bc2ef34982e275f181IL PARCO DELLE BUFALE – La clamorosa scoperta di scienziati italiani, secondo i quali un terremoto del 33 d.C. ha impresso le fattezze di Cristo sulla Sindone di Torino è stata annunciata ieri dai media internazionali. E molto prima da OggiScienza.

Il 12 febbraio scorso si apprendeva dalla Stampa, Repubblica, The Independent e altrove che stando a una nuova pubblicazione dei prof. Carpinteri, Lacidogna e Borla del Politecnico di Torino sulla rivista Meccanica, un sisma di 15 minuti e di 8,2 gradi sulla scala Richter avvenuto nella vecchia Gerusalemme il primo venerdì di aprile in quell’anno fatidico. Al Parco, la scoperta ha suscitato un’impressione di déjà vu. Ma déjà vu dove?

Vrum vrum

La custode ha avviato il potente motore di ricerca che ha subito scoperto il Full Research Paper originale (1) in Scientific Research & Essays del luglio 2012 e due articoli ad esso dedicato da OggiScienza. (Si scusa di non averne segnalato l’uscita l’anno scorso negli atti della 21° conferenza dell’Associazione di meccanica teorica e applicata, che pubblica anche Meccanica.)

A quei tempi, alcuni autori erano un tantino diversi, c’erano più immagini, la pubblicazione costava al massimo 350 dollari invece di 2.200 euro più IVA, un Angelo faceva rotolare un sasso col piede, e la bibliografia citava la testimonianza apocrifa di Giuseppe d’Arimatea e gli esperimenti di una soprano occasionalmente rapita dagli alieni.

Il resto era uguale: davanti al sepolcro, una pietra di tipo Luserna veniva frantumata e produceva attraverso reazioni piezonucleari flussi di neutroni. Invece di distruggere un pezzo di Impero romano e di sterminarne gli abitanti, un flusso strappava il velo del Sinedrio e un altro, modificando il carbonio presente nelle fibre del sudario, ci imprimeva il volto del Signore.

Sull’Independent, due specialisti tra i quali l’autorità in materia, Christopher Ramsey dell’Università di Oxford, vorrebbero capire come si sia compiuto tale miracolo. Forse non hanno letto i lavori di Cardone et al. sui quali si basa la tesi di Carpinteri et al. Come ben sa il popolo italiano, il Creato, le creature e i loro manufatti sono stati schermati dalle micidiali radiazioni dalla “divina Provvidenza”, esattamente come nel “laboratorio cristiano a maggioranza cattolica” dove le reazioni piezonucleari sono state state scoperte quasi dieci anni fa.

Nel suo piccolo, la custode vorrebbe capire come si sia compiuto un secondo miracolo. Nelle Istruzioni per gli autori, sul sito di Meccanica si legge:

La sottomissione di un manoscritto implica: che il lavoro descritto non sia stato pubblicato prima; … che la sua pubblicazione sia stata approvata da tutti i co-autori, se del caso, e dalle autorità responsabili, tacitamente o esplicitamente, per l’istituto nel quale il lavoro è stato svolto.

Scusi se oso disturbare, ma il direttore Carpinteri fa eccezione alla regola? Ha chiesto all’Associazione che pubblica la rivista. Niente affatto, ha risposto il suo presidente. Sarà intervenuta la divina Provvidenza, ha pensato la custode, scusi se oso ecc., ma al Politecnico qual è l’autorità responsabile dell’istituto del prof. Carpinteri et al.? ha chiesto al Rettore Gilli che per ora tace.

(1) Oggi cancellato dal sito dell’editore, ma disponibile a gentile richiesta di chi non dispone della password d’accesso all’archivio del Politecnico di Torino.

Crediti immagine: Gustave Courbet, Gli spaccapietre 


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Miracoli in serie II – La legge dell’angolo

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Mc151ad8772e1920bc2ef34982e275f181IL PARCO DELLE BUFALE – Seconda puntata sulla seconda o terza pubblicazione sulla rivista Meccanica del “lavoro originale” sulla Sindone di Carpinteri et al., in cui la Divina Provvidenza cambia nome.

Nella prima puntata, la Divina Provvidenza esentava il Creato dalle conseguenze dei neutroni emessi durante due terremoti del 33 e il direttore della rivista dalle regole della rivista. Essa fa molto di più. Il 17 febbraio scorso veniva rivelato che, stando a un suo conoscente, lo scopritore delle reazioni piezonucleari da frantumazione di rocce insieme al prof. Carpinteri et al., il dott. Fabio Cardone ha realizzato in questi anni

un particolare sistema di comunicazione che tiene conto della “legge dell’angolo”. Per il momento è di proprietà della Marina italiana e questo ci da una certa superiorità sul campo militare.

Derivata da una teoria dello spaziotempo deformato del dott. Cardone, ignota alla comunità scientifica, la legge detta poi Essa ha una portata immensa in cosmologia, fisica, chimica, biologia, paleontologia, archeologia (omissis) comunicazione scientifica e religione…

Da Essa dipende infatti una sorprendente “anisotropia”:  l’asimmetrica distribuzione dei neutroni prodotti dalla frattura di rocce durante gli esperimenti di Cardone, Carpinteri et al. Nei laboratori cristiani a maggioranza cattolica, Essa svia il flusso neutronico da ogni essere umano e rilevatore di neutroni, per cui

se non si conosce la legge dell’angolo li puoi misurare solo per culo

e in Terra Santa nell’aprile del 33 a.D., Essa risparmia l’intero creato e dirige i flussi neutronici esclusivamente su due pezze di tessuto: il velo del Sinedrio e la Sindone.

Le anisotropie non finiscono qui. Essa salva procarioti ed eucarioti cileni, giapponesi e altre nazionalità dai terremoti di 8-9 gradi Richter, mentre li fa sterminare dai neutroni di una bomba equivalente. Nella letteratura scientifica, compie altri mirac portenti. Nell’ultimo articolo di Carpinteri et al. per esempio, Essa varia di anno in anno i nomi degli autori, richiede la mediazione di un Angelo nel 2012, ne fa a meno nel 2014, e consente l’accesso a pensieri inespressi anche post mortem, forse attraverso lo strumento di comunicazione della Marina.

Nella rassegna metodologica citata da Carpinteri et al., infatti, da vivo Nicolas Ambraseys scriveva

Quei terremoti a Gerusalemme non sono menzionati da autori pagani contemporanei e da tre dei quattro evangelisti… La geologia dell’intera regione e in particolare il sito del Santo Sepolcro non mostrano evidenze di faglie recenti… Esistono “generi letterari” in cui le descrizioni non devono corrispondere per forza ma sono fatti decorativi aggiunti per dare rilievo a un punto di religione. I terremoti della Crocefissione e della Resurrezione possono rientrare in questa categoria e non corrispondo all’occorrenza di un terremoto reale.

Ha cambiato idea. Carpinteri et al. ne riassumono così il pensiero da morto:

Diversi documenti della letteratura attestano l’esistenza di terremoti disastrosi nella “Vecchia Gerusalemme” del 33 a.D., durante la morte di Cristo.

Dei tre evangelisti che non menzionano i terremoti stando ad Ambraseys da vivo, per quello della Crocefissione citano Luca e Marco e qui Essa genera la più clamorosa delle sue anisotropie: imprime allo stesso flusso di neutroni due velocità diverse, Luca e Marco lo vedono interagire con il velo del Sinedrio a mezzogiorno e Matteo dopo le tre del pomeriggio.

*

La custode ringrazia dell’aiuto collaboratori italiani e non. In cambio deve segnalare ai lettori che un simposio in onore del grande Ambraseys si terrà il 19 marzo alla Royal Geographical Society di Londra, un posto mitico, ingresso gratuito, prenotarsi all’Imperial College entro il 30 gennaio.

Crediti immagine: Gustave Courbet, Gli spaccapietre 


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Legionari di Cristo e di Mendel

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Pisum sativum L.IL PARCO DELLE BUFALE – Dal 7 febbraio, nei più prestigiosi enti di ricerca del Paese, CNR compreso, e con la partecipazione di esperti di fama internazionale, dal 7 febbraio si svolgono i Mendel Day in un religioso quanto immeritato silenzio stampa.

Promosse dal professore anti-evoluzionista Enzo Pennetta, le giornate di tre ore pomeridiane ciascuna sono state concepite dal creazionista Francesco Agnoli, insegnante della Scuola Sacro Cuore di Trento, noto per il saggio Scienziati dunque credenti e per l’aspra critica alla mostra La scimmia nuda ospitata dal Museo di scienze naturali della sua città.

Il 26 febbraio il Mendel Day si è tenuto nella sede romana del CNR, come da tradizione cattolica inaugurata dall’ex vice presidente Roberto de Mattei, dell’università dei Legionari di Cristo, noto per aver spiegato su Radio Maria che il terremoto del 2011 in era stato causato “dalla voce della bontà di Dio” nei confronti dei miscredenti giapponesi:

Il terremoto è un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima perché Dio le ha voluto risparmiare un triste avvenire.

Le competenze in fitogenetica dei convegnisti sono irreperibili sul sito del CNR, tuttavia si trovano nelle biografie di convegnisti: il Legionario di Cristo prof. Gonzalo Miranda, della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum dove conseguire un “master in scienza e fede” o un “diploma di specializzazione in Sindonologia”; il dott. Bernardini, presidente dell’ Associazione della Stampa Medica Italiana; la dott. Basili dell’Istituto di Ricerca sull’Impresa e lo Sviluppo.

Manca solo la biografia del prof. Pennetta, divulgatore scientifico stando al programma che pubblica, e non più insegnante in un liceo cattolico romano come in precedenti occasioni.


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In grassetto per le università di Varese e Lima

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Pisum sativum L.

IL PARCO DELLE BUFALE - Sotto la presentazione del Mendel Day che si teneva al CNR, il “dott. Paolo Musso dell’università di Varese e Lima” promuove un Mendel Day che si terrà all’università statale di Milano con la sua partecipazione, accusa la custode di sarcasmo e la invita a correggere errori e imprecisioni.

La poverina aveva chiesto un esempio del proprio sarcasmo, ben sapendo che le scappano espressioni più saporite in italiano che nella sua prima e seconda lingua. Già aveva mandato il fido Gelmino alla ricerca, vrum vrum, di sostituti più verecondi, quando il dott. Musso rispose:

Gentile signora Coyaud, non è questione di “una” espressione sarcastica: è tutto il suo articolo che è fortemente sarcastico, a cominciare dal fatto di averlo inserito nella sezione “Il parco delle bufale”, il che già di per sé dice tutto.

Lasciata la custode e i lettori all’oscuro del “tutto” dettogli dal nome della rubrica, e il fido Gelmino a scavare invano nel dizionario sinonimi e contrari, il dott. Musso proseguiva:

In secondo luogo, lei sostiene che si riferiva solo all’incontro del 26 a Roma. Se è così, il minimo che si può dire è che la cosa non è affatto chiara, anzi, sembra proprio il contrario. Lei infatti nella prima parte dell’articolo si riferisce “ai”Mendel Day in generale e critica pesantemente (e anche imprecisamente, perché non mi risulta che Agnoli sia creazionista) gli organizzatori dell’intero ciclo e non solo dell’incontro di Roma, lasciando quindi a chi legge l’impressione che il suo giudizio si riferisca a tutti gli incontri e non solo a quello.

Per dovere di cronaca la custode aveva inserito l’incontro al CNR nel suo contesto, senza esprimere alcun giudizio sugli intenti dei Mendel Day e sulle credenze del dott. Agnoli. Intenti e credenze che risulterebbero pure alle università di Varese e Lima se il dott. Musso volesse informarsi in merito, per esempio leggendo ciò che il loro ideatore scriveva sulla rivista Il Timone di gennaio:

Mendel day, dunque, per ricordare che la genetica penetra l’intelligenza del Creatore posta nel creato

Al dott. Musso “sembra proprio il contrario”:

Infine, ripeto che i Mendel Day sono DEDICATI a Mendel ma non sono “SU” Mendel o comunque sulla genetica (perlomeno non necessariamente): di conseguenza, il fatto che i relatori del convegno di Roma non abbiano “competenze in fitogenetica” di per sé non significa nulla (non le abbiamo nemmeno io e Bersanelli).

Il dott. Musso è smentito dalle presentazioni dell’iniziativa e dalla statistica: la maggioranza bulgara dei Mendel Day è dedicata a “scienza, genetica e fede”. In materia intervengono spesso i tre promotori, dott. Agnoli, Fasol e Pennetta, la cui competenza consiste nel propagandare la versione italiana dell Disegno Intelligente americano.

Severo ma generoso, il dott. Musso concede alla custode di aver dato un’informazione forse vera:

Che poi vi sia qualche relatore che ha idee un po’ stravaganti, come per esempio il prof. De Mattei (con cui neanch’io sono d’accordo), può essere vero, ma è un altro discorso, e comunque si tratta dell’eccezione e non della regola. Devo quindi rinnovarle l’invito a correggere il suo articolo in modo da evitare fraintendimenti.

La poveretta gliene sarà grata per sempre, ma non ha scritto che il prof. de Mattei era tra i relatori. E per non restare disoccupata, non invita il dott. Musso a “evitare fraintendimenti” su questo punto, quelli precedenti o l’università di Varese che “risulta” essere dell’Insubria.


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Verso una Grand Unified Theory della Sindone

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File:Abgarwithimageofedessa10thcentury.jpgIL PARCO DELLE BUFALE - Come il prof. Carpinteri del Politecnico di Torino e il dott. Di Lazzaro dell’ENEA, il prof. Giulio Fanti dell’università di Padova conduce “un’intensa ricerca” sulla Sindone. La custode provvede a unificarne le diverse teorie con un ardire degno di Faraday.

Anch’egli docente di ingegneria meccanica, il prof. Fanti si compra spesso articoli di sindonologia sulle riviste dell’editore Academic Journals, un’usanza condivisa dal prof. Carpinteri. Su riviste più convenzionali pubblica rassegne di lavori suoi e altrui, per esempio questa che ha poi tradotto in italiano. Per l’occasione, in un’intervista del marzo 2012 riassumeva i propri esperimenti con un generatore da 500.000 volt.

Usiamo un tessuto simil sindonico prodotto dall’azienda torinese Liotex; lino con identico numero di fili e tramatura a spina di pesce della Sindone. Spalmato di olio, lo adagiamo sotto e sopra un manichino in scala 1:2 rivestito di vernice conduttrice a base di rame. Col manichino al centro di un campo elettrico attiviamo tante micro scariche: si determina così una luminescenza che genera sul tessuto macchie simili a quelle presenti sulla Sindone; solo che le nostre si concentrano in porzioni di 15 centimetri di lino in corrispondenza della testa e delle braccia. Per “impressionare” l’intero manichino alto un metro, la potenza andrebbe centuplicata.

La potenza necessaria per un corpo più alto di un metro non veniva precisata. Un anno dopo, il prof. Fanti lanciava il suo libro Il mistero della Sindone e dalla Stampa si apprendeva che

I risultati conclusivi indicano per le fibre della Sindone in esame le seguenti date, tutte al livello di confidenza del 95 per cento, e tutte lontane dalla datazione medievale ottenuta nel 1988 con l’esame del Carbonio14: per l’analisi FT-IR la data è 300 a.C. ±400, per l’analisi Raman 200 a.C. ±500, per l’analisi meccanica multi-parametrica 400 d.C. ±400.  (1)

Stando al Centro Internazionale di Sindonologia, un cardinale e il CICAP, i residui di fibra usati dal prof. Fanti invitavano a prenderne i risultati con scetticismo. Il 24 febbraio scorso, il prof. Fanti rifiutava l’invito, promuoveva un suo nuovo libro, La Sindone: primo secolo dopo Cristo!, e dichiarava

 I risultati di queste analisi hanno prodotto datazioni tutte tra loro compatibili fornendo una data del 33 a.C. con un’incertezza di 250 anni.

Le datazioni coincidono con

approfondite indagini numismatiche sui volti di Cristo raffigurati nelle monete antiche. È risultato evidente che le prime monete coniate col volto di Cristo dall’imperatore Giustiniano II, a partire dal 692 d.C. (quindi sei secoli prima della datazione radiocarbonica) dovevano avere preso la Sindone come modello di riferimento.

Le approfondite indagini sono quelle compiute su queste monete dai coniugi Whanger (2) che sulla Sindone hanno ravvisato anche

un chiodo della crocefissione, una lancia romana, una spugna su un bastone, una corona di spine, due sferze, un grosso martello, un paio di pinze e due filatteri giudaici dissacrati (sic)

Poiché gli incisori hanno copiato fedelmente ogni particolare, il prof. Fanti ritiene di poter

ragionevolmente ipotizzare che l’immagine dell’Uomo della Sindone si sia formata a causa di una notevole esplosione di energia proveniente dall’interno del corpo avvolto.

In un articoloinsieme a Paolo Di Lazzaro et al. dell’ENEA, il prof. Fanti ipotizza che l’immagine sia stata prodotta un impulso di luce ultravioletta e in quest’altro (3) dall’effetto corona (4) dovuto a campo elettrico pari a quello di “50 fulmini“. E pari al flusso neutronico emesso dalla pietra simil Luserna del prof. Carpinteri! ha esclamato la custode.

Soltanto l’innata modestia l’ha trattenuta dal girare per strada urlando Eureka! mentre ragionevolmente ipotizzava una GUT da sottoporre alla rivista  Meccanica, con il seguente titolo

Uno stesso effetto piezo-elettro-nucleare fa risalire la Sindone al 33 a. D. con fasci zigzaganti di neutroni, fasci UV da miliardi di watt/cm3, luminescenze da 50 milioni di volt e un milione di kelvin

Le resta un unico dubbio. In fondo ci deve mettere un punto interrogativo o esclamativo?

(1) Rif. le datazioni medievali confermate da Nature nel 1989 e dal prof. Christopher  Ramsey nel 2008.

(2) La custode ringrazia dell’informazione il dott. Andrea Nicolotti dell’Università di Torino.

(3) Per ii commenti suscitati dall’originale inglese, rif. per esempio Barrie Schwortz dello Shroud of Turin Research Project.

(4) Effetto smentito da numerose ricerche, rif. per esempio la rassegna di R.N. Rogers (2005) che ritiene la Sindone autentica al pari di Barrie Schwortz.

Crediti immagine: Agbar V di Edessa con il mandylion, dominio pubblico


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Trial clinico

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800px-Pasteur_PipetsIL PARCO DELLE BUFALE – Sull’International Journal of Poultry Science, è uscita una ricerca sui “Cambiamenti istologici nel fegato e nei muscoli pettorali di polli macellati con e senza pronunciare il nome di Allah”. Il Parco intende svolgerne una parallela e, con l’aiuto dei lettori, più rigorosa.

Lo studio svolto all’Università di Batna, in Algeria, e pubblicato a pagamento da un editore predone ha destato perplessità. In particolare è stata lamentata l’assenza di valutazione in doppio cieco dei risultati. Ancora più grave sembra al Parco l’assenza di pennuti ai quali durante il trapasso veniva recitato un Ave Maria.

Da aprile, il Parco recluterà poll volontari fra i lettori di sesso femminile, maschile ed intermedi per un esperimento clinico sulla memoria dell’acqua santa che ne misurerà gli effetti terapeutici, depurativi ed energizzanti a dosi crescenti da 10 a 10.000 gocce al dì per un periodo di 100 giorni. Ai gruppi di controllo verranno somministrate rispettivamente acqua liscia, gasata e di una multinazionale dell’omeopatia. Somministrazione e valutazione, entrambe in quadruplo cieco, verranno affidate a personale allergico all’H2O di nome Leopoldo e non, onde evitare i conflitti di interesse.

Prima di dimostrare la maggior efficacia dell’acqua santa, occorre rispondere alle tre domande fatte dal dott. Beall in merito allo studio originale:

1. I risultati sono riproducibili? Se non lo sono, quali sono le implicazioni per i ricercatori che trovano risultati contraddittori?

2. Coniugare religione e ricerca scientifica è una buona idea?

3. Ricerche simili vanno pubblicate su riviste scientifiche?

Sotto le domande 2 e 3, il Parco ha scritto “Sì” e “Sempre, anche contro il parere del Vaticano“. Cosa deve scrivere sotto la prima domanda?

Crediti immagine: pipette Pasteur, Beliason/GNU, Wikimedia Commons


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