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Illusioni ottiche

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File:Anti-lipoic acid immunoblot.png

IL PARCO DELLE BUFALE – Il sito Science Fraud è stato costretto a chiudere, con minacce legali e non. Avrebbe diffamato alcuni scienziati nel mettere in dubbio la correttezza di dati e sopratutto di immagini che avevano pubblicato nelle riviste bio-mediche.

La custode spera che sia una censura solo temporanea perché enti pubblici e riviste lamentano da anni la tendenza crescente ad abbellire e riciclare, per così dire, le immagini digitali per far esprimere loro dati incerti o inesistenti. Ma né i primi né le seconde fanno regolarmente pulizia in casa e nonostante le promesse degli editori, le redazioni rispondono di rado a chi segnala loro incongruenze palesi.

Frustrato dalla loro inefficienza, a proprie spese Paul S. Brookes aveva creato nel luglio scorso Science Fraud dove scriveva sotto lo pseudonimo di Frances de Triusce, l’anagramma di Science Fraudster. In un post poi cancellato, ma in parte riprodotto da Retraction Watch, ricordava che insieme a decine di volontari

Nel giro di sei mesi abbiamo documentato oltre 500 immagini problematiche in più di 300 pubblicazioni, per un totale di decine di milioni di dollari in fondi di ricerca indebitamente appropriati.

Risultato: una ventina di articoli già corretti o ritirati e un caso di terapia “alternativa” contro il cancro provata su pazienti in un esperimento clinico, sul quale l’università del Texas ha aperto un’indagine.

Certo, il nome del sito e il linguaggio erano provocatori, ma non più delle domande poste dopo una presentazione a un seminario. Per la custode inoltre, ogni analisi era una lezione su concetti fondamentali (misura, incertezza, significatività ecc.) e sugli scopi e i limiti di un esperimento (strumenti, test, array ecc.). Per gli studenti di biologia, saranno state lezioni ancora più utili.

Ma Rui Curi et al. dell’Università di São Paulo si sono ritenuti diffamati dalla peer-review a puntate  degli improbabili immunoblot riprodotti in  un loro articolo del 2007.  Per primi, hanno incaricato i propri legali di far chiudere Science Fraud se Brookes non ritirava i suoi post e chiedeva umilmente e pubblicamente scusa. Dopo una campagna di email anonimi inviati ai colleghi di Brookes per denunciarne l’attività nel tempo libero, sono riusciti a oscurare il sito.

Però il 28 dicembre sono stati Rui Curi et al. a ritirare il proprio articolo. E Paul Brookes intende continuare le pulizie, con maggiore delicatezza e sotto un titolo più diplomatico. Se avete suggerimenti, la custode li trasmetterà volentieri.

*

Immagine: Western blot (Tim Vickers/CC), una delle vittime più frequenti di Photoshop.


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Verità quantistica

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IL PARCO DELLE BUFALE – Fra le scoperte da portare all’attenzione del grande pubblico, il ricercatore Massimo P. segnala quelle del dott. Sergio Stagnaro, una delle quali uscita di recente sul sito del Los Angeles Times.

Commentatore assiduo, il dott. Stagnaro è il padre del “Rinascimento della medicina” e della Semeiotica Biofisica Quantistica, che coniuga la ricorrenza dei frattali e la non località dell’entanglement come insegnatogli dal prof. Paolo Manzelli di (fu) Egocreanet e di Quantumbionet.

Il 31 dicembre scorso, in calce al necrologio del Los Angeles Times, il dott. Stagnaro scrive con il tempismo e la modestia che lo contraddistinguono (traduzione nostra, ndr):

Come italiano, sono fiero di leggere i commenti appropriati, venuti dal mondo, sulla vita splendida e sulle scoperte scientifiche eccezionali di Rita Levi Montalcini. Tuttavia, considerando rispettosamente la verità della scienza, in vista di recenti scoperte mediche, devo aggiornare la seguente affermazione: “La scoperta del fattore di crescita nervoso ed altre successive … hanno illuminato numerosi processi patologici, compresi cancro, morbo di Alzheimer e malformazioni nello sviluppo embrionale”. In realtà, Rita Levi Montalcini e tutti gli altri scienziati che nel secolo scorso hanno lavorato su diversi fattori di crescita ignoravano per esempio Oncological Terrain-Dependent, Inherited Real Risk, Brain Disorder Inherited Real Risk e così via

Segue link a un commento auto-promozionale sotto un articolo di PLoS One.

Con l’aiuto della Teoria Quantistica, dopo aver corroborato, dal punto di vista clinico, il valore del Principio della funzione ricorsiva del genoma frattale di Andras Pellionisz, possiamo eliminare le predisposizioni alle suddette gravi patologie.

Seguono link ad altri commenti auto-promozionali (per i lettori non anglofoni, il dott. Stagnaro glossa la propria “verità” su La Voce di Carlo Stagnaro e/o sul sito della propria associazione con il poeta Simone Caramel, suo co-autore di articoli scientifici).

Oltre all’ignoranza di tutti i biologi molecolari del Novecento, il dott. Stagnaro deplora quella di tutti i “Professori” che, sebbene siano trascorsi 21  mesi da un suo commento auto-promozionale, ignorano la sua scoperta dei cinque stadi del diabete mellito di tipo 2 e del metodo per prevenirlo.

Nell’introduzione, il dott. Stagnaro ne spiega il motivo:

Quando il mio blog su quotidiano.net (Il resto del Carlino) era funzionante – poi fu definitivamente eliminato, “in coincidenza”  – ovviamente il tutto fu casuale –  con una serie di articoli sui benefici dell’acqua termale sulfidrilica di Porretta Terme (articoli ora in rete su www.sisbq.org), pubblicai il seguente articolo: i cinque stadi del diabete mellito tipo 2 su BMC Medicine

articolo che consiste in “un dettagliato Commento, ricco di riferimenti bibliografici di Semeiotica Biofisica Quantistica”, ma vittima del  complotto contro l’acqua minerale dei Professori e di Big Pharma.

Ai lettori non anglofoni, segnaliamo che il dott. Stagnaro pubblica i propri commenti anche su Il Giornale; La Cultura come Medicina di Daniela Biganzoli, La Voce di Sergio Stagnaro e sulla prestigiosa rivista Scienza e conoscenza.


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Un giallo canarino – II

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IL PARCO DELLE BUFALE – Nel secondo anniversario della rivoluzione scientifica ed energetica avviata dal reattore a fusione fredda detto e-cat, l’ufficio stampa dell’Università di Bologna (?) risponde alla lettera scritta l’8 gennaio dalla custode a due professori del Dipartimento di Fisica e Astrofisica.

PRECISAZIONE

Bologna, 14 gennaio 2013 – L’Università di Bologna e il Dipartimento di Fisica e Astronomia hanno già dichiarato che nessuna misura ufficiale è mai stata fatta e quindi nessuna certificazione è mai stata emessa. La demo del 14/01/11 è stata organizzata dalla EFA Srl e non dall’Università o dal Dipartimento di Fisica.

La sonda menzionata nel report non è di proprietà dell’Università di Bologna ma è stata scelta e gestita da un incaricato della EFA Srl.

Nel report si parla esplicitamente della necessità di fare misure in ben altre condizioni e per tempi decisamente più lunghi.
Non vi è alcun certificato sul “bollitore a fusione fredda”: nell’occasione della demo, si è visto vapore, ma ben due report illustrano che non c’e’ stata alcuna evidenza di radiazioni nucleari compatibili con gli ordini di grandezza delle potenze in gioco.
Il Prof. Focardi è professore emerito dell’Università di Bologna, non più in servizio presso l’Ateneo.

Caro Ufficio,

Grazie, molto gentile, ma chiedevo solo se i professori presenti alla “demo” avessero visto una sonda e quale. Forse era nascosta dal vapore che hanno “visto” attraverso il tubo di gomma nera che scaricava acqua nel lavandino?

Non era una misura ufficiale, certo, il prof. Capiluppi lo ha ripetuto spesso. Si “vede” che era dell’EFA S.r.l. il comunicato stampa che annunciava

una prova sperimentale per misurare l’energia prodotta (…) La prova sarà condotta da un ricercatore del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna,

il prof. Levi che scriveva su carta intestata EFA

In this first and preliminary document are reported the heat production measures

e dichiarava in televisione:

Abbiamo fatto le nostre misure, le abbiamo ripetute, abbiamo controllato che non ci fossero cavi nascosti… Tutte le evidenze sperimentali che abbiamo ci indicano che l’oggetto sta funzionando.

Scherzi di Carnevale a parte, da portavoce ufficiale dell’Ateneo stai dicendo che tutto questo me lo sono inventata io?

Buon lavoro e warm regards.


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La diatomea che cadde dallo spazio (ovvero, la bufala galattica)

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Crediti immagine: EPA (dominio pubblico)IL PARCO DELLE BUFALE – Lo scrive Bignami sul blog di Focus, lo riprende anche La Repubblica con tanto di foto (anche se misteriosamente pur apparendo nella pagina delle scienze, il link all’articolo non funziona), e se fate una ricerca su Google ne trovereta a pacchi di siti che ripetono a pappagallo “Trovata la prova dell’origine extraterrestre della vita”.

Con buona approssimazione vi dirò subito che questa notizia è falsa. Sono vari gli argomenti che smontano le conclusioni tratte nell’articolo pubblicato sul Journal of Cosmology, che sono più o meno queste:

In Sri Lanka lo scorso dicembre s’è visto sfrecciare un meteorite nel cielo. I pezzi sono stati trovati per terra e mandati a un laboratorio. Al microscopio sono state osservate delle strutture molto simili alle diatomee (alghe unicellulari). Dato che sono fossili non possono provenire dalla Terra e quindi non sono contaminazioni. Dunque si tratta di vita extraterrestre

Il JoC è un sito online che al di là del nome pomposo, è proprio robaccia. Ne avevamo già parlato qui, e pensate che la stessa presentazione del giornale su Wikipedia mette in dubbio la serietà della pubblicazione. Non mi dilungherò dunque su questo aspetto. Anche l’autore del paper è un partigiano della panspermia, l’ipotesi secondo cui la vita sulla Terra sarebbe arrivata dallo spazio attraverso i meteoriti, teoria in sé non sbagliata, anche se tutta da provare. Chandra Wickramasinghe però è noto per dichiarazioni discutibili secondo cui tutto arriverebbe dallo spazio (compresa l’influenza).

Tutto ciò naturalmente non prova che l’articolo sia sbagliato, solo che noi siamo sospettosi e prevenuti. Giusto. Ma intanto ci si chiede come mai una scoperta di tale portata sia stata pubblicata su un controverso giornale dalla dubbia serietà, e dall’irrilevante impact factor, e non su Nature (e se lo dovrebbe chiedere qualunque giornalista che scriva sull’argomento).

Andando alla ciccia, si può tranquillamente dire che il paper stesso zoppica vistosamente. Leggiamolo. Si dice che un meteorite è caduto nel villaggio di Aranganwila in Sri Lanka e pochi minuti dopo i pezzi sono stati raccolti e spediti per l’analisi. Da chi, in che modo, cosa è stato fatto per prevenire la contaminazione? Non si sa.

L’analisi al microsopio ha mostrato che si tratta di un meteorite carbonaceo. Il team arriva addirittura a identificarlo come proveniente da una formazione associata alla cometa Encke, ma non  vengono dati molti dettagli su come quest’identificazione viene compiuta. Pazienza. Il team addirittura collega la caduta del meterorite con l’episodio di pioggia rossa verificatosi nella stessa zona nei giorni successivi, e sostiene che in altri episodi di pioggia rossa altrove le analisi hanno mostrato la presenza di organismi che non è stato ancora possibile identificare come di origine terrestre (un bel salto logico no?). Infatti aggiungono nel campione si osservano strutture simili a quelle osservate nella pioggia rossa (dei frammenti a ciambella). Boh.

L’analisi al microscopio ha mostrato la presenza di strutture con una forma “biologica ” e, con l’aiuto dello spettroscopio EDX per le strutture più grandi, la sostanziale non differenza fra gli elementi che compongono le strutture (le diatomee) e la matrice che le contiene dimostrerebbe che sono fossili. Per le più piccole la tecnica non è sufficiente.

(Le diatomee sono alghe monocellulari  con un guscio siliceo, anche da vive, per la cronaca).

L’articolo continua, ma credo sia più interessante il commento di Phil Plait sul suo blog Bad astronomy e ripreso da Slate: Plait, noto blogger scirentifico ha consulatato un esperto di diatomee (Patrick Kociolek dell’Università del Colorado di Boulder e direttore del Museo di Storia Naturale dell’istituto), gli ha mostrato paper e foto e gli ha chiesto un parere. Kociolek gli ha detto varie cose: così ad occhio le diatomee sono talmente ben preservate che non sembrano fossili e, a un’analisi fatta solo dalle immagini disponibili, le varie strutture osservate sembrano comuni (e terrestri) diatomee d’acqua dolce (che si trovano ovunque sulla Terra). Anche la variabilità osservata sembra replicare la biodiversità che si osserva normalmente in un campione terrestre. Kociolek dice addirittura che la gamma di esemplari che si vedono mostrano una bella fetta di storia evolutiva terrestre, e gli sembra improbabile che nel campione si trovino solo esemplari ora viventi e nessuno estinto qui sulla Terra, se il campione non è terrestre.

Gli autori del paper escludono la contaminazione per quello che ho scritto sopra e perchè è improbabile che ci fossero diatomee fossili sulla superficie della Terra nel luogo dell’impatto (e perché? o almeno come hanno tratto questa conclusione?) . Gli autori stessi comparano l’immagine di una diatomea nel meteorite e una specie terrestre moderna trovandole identiche, ma per loro questa somiglianza è la prova dell’origine extraterrestre della vita, e non dell’origine terrestre delle diatomee nel meteorite.

Sono strasicuri che si tratti di fossili (che siano dei fossili scrivono è “fermamente stabilito e incontestabile”, un affermazione che pronunciata in ambito scientifico fa alzare più di qualche sopracciglio, trattandosi poi di un unico studio.

Plait, che è un astronomo di formazione, fa anche notare che dall’immagine del meteorite lui dubita che si tratti di un meteorite, potete leggere i dettagli nel suo post.

In ogni caso, concludiamo noi, l’articolo è troppo traballante per poter trarre le conclusioni “incontestabili” che gli autori avanzano. Con uno scenario del genere (e con la posta in gioco) c’è da chiedersi come mai non abbiano approfondito certi aspetti importanti: siamo sicuri che il pezzo raccolto e esaminato è un pezzo del meteorite osservato nel cielo dello Shri Lanka? Siamo sicuri davvero che non sia stato contaminato? Come è stato trattato infatti quando è stato raccolto e spedito, e soprattutto chi l’ha fatto? La forte analogia delle specie osservate con le specie attuali sulla Terra, perché non ha spinto a consultatare qualche esperto di diatomee? E soprattutto perché i revisori di JoC non hanno chiesto tutte queste cose agli autori dello “studio”?


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E il fotone fu

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IL PARCO DELLE BUFALE - Ai lettori che apprezzano l’epistemologia dell’ex vice presidente del CNR, Roberto de Mattei, consigliamo la rivista Scientific GOD Journal. Appassionerà anche gli esperti di alternative alla teoria dell’evoluzione e di “altre ricerche scientifiche di frontiera che molti considerano pseudo-scienza” (1).

Il mensile Scientific GOD Journal (SGJ) copre vari campi del sapere, dalla politica statunitense alle neuroscienze quantistiche, dalla biologia molecolare della Genesi alla fotonica della Genesi e alla prova matematica dell’esistenza di Dio. In uno dei molti numeri speciali sulla particella di Dio, spicca una ricerca sull’interazione debole dell’Anima mundi che completa la Sophoid Theory dell’ing. Abundo, celebre l’anno scorso per aver inventato la cella a fusione fredda Athanor e il reattore Hydrotron alla scuola Pirelli di Roma. 

Sebbene siano riservati a donatori attraverso Paypal, e la Scientific God Inc. offra vantaggiosi sconti per le raccolte annue, gli articoli dell’SGJ sono accessibili on line.

La rivista sembra più quotata dell’Answers Research Journal dagli articoli ormai sporadici (sempre interessanti tuttavia, come l’ultimo in cui l’uragano Sandy, le zanzare e le zecche dimostrano che il “dominio sulla Natura” concesso dal Signore ad Adamo non può essere raggiunto con la sola tecnologia). Infatti è raccomandata dal prof. Massimo Pregnolato dell’Università di Pavia e dell’Advisory Board dell’SGJ stesso. Attento studioso dell’opera del direttore della rivista, il prof. Pregnolato è anche membro di Quantumbionet, l’associazione che in Italia raggruppa le menti migliori della fusione fredda e della memoria dell’acqua (Emilio Del Giudice), delle multinazionali di Francesco Fucilla (Gianni Degli Antoni) e dell’astrofisica creativa (Giuliana Conforto).

***

(1) Link a un sito che attribuisce alla custode uno “scoop” (non suo) di cui il titolare del sito e “Mistero” aspettano da Natale una “conferma” data da “Mistero“ a Capodanno:

MISTERO ha detto…

@Alessandro
In effetti anche a me risulta, da una corrispondenza ricevuta da un protagonista di Coherence, che la notizia sia fondata

Confermo, dopo il post di Oca, Valenzi ha chiamato Carpinteri.
Come ho scritto nel post, solo due persone dell’INRIM conoscevano la comunicazione di commissariamento ricevuta da Carpinteri perché lui stesso ha ritenuto necessario comunicarlo.
Così facendo involontariamente e casualmente si è stretto un cerchio…. Molto ristretto.

31 dicembre 2012 11:46


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Diatomee spaziali: i dubbi degli scienziati

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Polonnaruwa - Crediti immagine: MAl BIL PARCO DELLE BUFALE  - Visto che giustamente una lettrice ci fa notare che abbiamo fatto le pulci allo studio sulla diatomea dallo spazio solo basandoci su quello che abbiamo letto in giro (a dire il vero ho letto io stessa il paper, e molti commenti sono derivati da quella lettura) ma non a testimonianze dirette ho pensato di chiedere il parere di qualche esperto. Ho contattato Michele Maris, della sezione triestina dell’INAF, esperto di pianeti, che ha prontamente messo su un team di debunker (insieme a Marcella D’Elia, INFN, e Domenico Licchelli, INAF) e si è messo al lavoro per noi. Inoltre ho lanciato un appello anche oltre oceano a Sandra Pizzarello, biochimica della Arizona State University ed esperta di astrobiologia, che ha subito risposto al mio appello.

Licchelli dice:  ”le diatomee ci sono e sono anche carine” però aggiunge che prima di tutto bisognerebbe dimostrare l’origine extraterrestre di quel frammento e sia lui che Maris ne dubitano fortemente. “Quello che mi aspetto è di vedere almeno nella prima delle loro foto la crosta di fusione o un qualche segno di shock termico sul meteorite, cosa che nelle foto non si vede,” spiega Maris.

Anche Pizzarello è d’accordo, le diatomee son carine, ma com’è che  ”a nessuno è venuto in mente di farne un’analisi SIMS e vedere se gli isotopi (degli esemplari contenuti nel campione, ndd) sono extraterrestri?”. Pizzarello, che però sottolinea di essere una biochimica, aggiunge “sono tanti anni che maneggio meteoriti carbonacei, che mostrano tipicamente delle formazioni chiamate condruli, cioè delle sfere vetrose visibili ad occhio nudo in una superficie fresca. In quello mostrato nella foto le sfere sono del tutto assenti.”

Anche D’elia suggerisce analisi supplementari che sarebbero dovute esser state fatte. L’affermazione nell’abstract:

Contamination is excluded by the circumstance that the elemental abundances within the structures match closely with those of the surrounding matrix.

(Si esclude la contaminazione per il fatto che l’abbondanza degli elementi entro le strutture – le diatomee – corrispondono esattamente con quelle della matrice che le circonda.)

sembra infatti un po’ sospetta. Se lo spessore della diatomea è piccolo, il segnale dei raggi X [della EDX] nelle analisi elementari potrebbe comunque venire dalla matrice: “occorrerebbe un’analisi più approfondita (ad esempio un profilo che mostri come cambia lo spettro muovendosi lungo la diatomea e al di fuori di essa, o meglio, l’analisi di una diatomea separata dalla matrice, ecc)”.

Sulla contaminazione Pizzarello poi osserva: ” Non è venuta a nessuno la curiosità di vedere se il frammento conteneva composti solubili, per esempio amminoacidi, per verificare se erano contaminanti biogenici (di origine biologica)?”

Nella loro mail cumulativa i tre scienziati (Maris, D’Elia, Licchelli) inoltre sostengono che l’identificazione della cometa da cui arriverebbe il “meteorite”  è oltremodo dubbia “se non si conosce la traiettoria d’ingresso, che si può ricavare solo da una serie di osservazioni della ‘fireball’, potrebbe trattarsi benissimo di una ‘meteorite’ sporadica”. Dunque, ammesso che il frammento sia la meteorite osservata nei cieli dello Sri Lanka, non è così sicuro che provenga da Encke.

I tre astronomi mettono anche in dubbio la connessione tra la meteorite e la pioggia rossa di cui parlano Wickramasinghe & Co. Gli autori del paper infatto dovrebbero “spiegare loro come mai se è caduta una meteorite fatta in quel certo modo consegue una pioggia rossa, fenomeno peraltro spiegato con la contaminazione dell’acqua prodotta da spore algali”. Anche Pizzarello è scettica su questo punto: “non ho capito la storia dei batteri mobili nel meteorite, i meteoriti sono rocce alquanto compatte, da dove sarebbero entrati questi batteri, e in così poco tempo, poi?”

Persino la bibliografia citata nel paper lascia a desiderare: “La letteratura che citano mi pare molto vecchia” scrive Maris. E poi quanta fretta: “la velocità nell’analisi, 12 giorni dall’impatto alla pubblicazione per una notizia così direi che è un pò poco”. Pizzarello rincara la dose: “ogni meteorite nuovo viene guardato, analizzato, comparato… basta vedere come i risultati di quello caduto il maggio scorso in California siano stati pubblicati da Science in Dicembre e ci son voluti settanta e più autori…”

I tre astronomi, come noi, alzano un sopracciglio di fronte al Journal of Cosmology. “La qualità del giornale ci pare ‘dubbia’, in particolare il giornale si propone di pubblicare articoli sui più disparati campi della fisica, dell’astrofisica della biologia e non solo. Va bene la multidisciplinarietà, ma c’e’ un limite. Inoltre se si và a curiosare sul sito si scopre che nella presentazione vantano una reiezione di articoli proposti fino all’80%, dando l’impressione che vogliano far  apparire il giornale come “rigoroso” con il semplice fatto di rifiutare molti articoli.”

Infine l’autore: “N.C.Wickramasinghe è, secondo il sito, ‘Executive Editor’ per “Astrobiology, Cometary Panspermia”, A parte che dal punto di vista logico Cometary Panspermia sarebbe un possibile argomento di “Astrobiology”, essendo editor  è suo compito decidere cosa pubblicare, cosa no …”

Eggià.


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Per investitori

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IL PARCO DELLE BUFALE - Per chi vuol dedicare tempo e risorse allo “studio di processi di produzione di energia da fonti non convenzionali”, come il prof. Ferrari dell’università di Bologna, pubblichiamo il parere di un esperto sul brevetto che spiega le reazioni nucleari a bassa energia, dette fusione fredda, tra atomi di nichel e di idrogeno.

Il brevetto narra lo stesso “processo” dei precedenti, però aggiunge particolari inediti. Riassunto: un anione idrogeno prende d’assalto un orbitale interno dell’atomo di nichel e ne scaccia un elettrone. Siccome pesa circa 1.800 volte di più dello scacciato, per gravità casca sul nucleo, si fonde con esso, supera d’un balzo la barriera di Coulomb, produce raggi X e un’emissione Auger (non si nega niente) e innesca reazioni nucleari a catena in tutto il vicinato. L’energia liberata cavalca verso il Sol dell’avvenir. Regia di Heisenberg, Bohr, Pauli omissis Piantelli e Focardi 1994.

sostegno dell’azienda titolare del “processo di produzione”, l’anno scorso un azionariato popolare era stato promosso dal ricercatore (?) Roy Virgilio, secondo il quale è in corso una nuova raccolta fondi, necessaria malgrado il finanziamento di una Regione.  Eppure

non vi è alcuna fisica nuova. Tutto basato e spiegato da reazioni (nucleari e chimiche) conosciute.

Quelle reazioni erano sconosciute alla custode che, vergognandosi  un po’ di confessarlo, ha chiesto lumi a uno specialista. Le ha risposto, e anche ai lettori di Oggi Scienza, che con i propri risparmi intende favorire la ripresa economica e scientifica del Paese.

Fiat lux, con link redazionali.

Ithaca, New York, 21 gennaio 2013

To Whom it May Concern:

Ho letto nei dettagli il brevetto europeo EP 368 252 B1 di Piantelli, Bergomi e Ghidini, pubblicato il 16.01.2013. Parte della chimica e della fisica descritta nel brevetto ha senso: per esempio i metalli e in particolare le loro nanoparticelle assorbono un grande volume di idrogeno. Come mostra la figura 4, l’idrogeno è chemiosorbito in forma molecolare, e poi entra nel reticolo da idruro (H meno). È  noto per legarsi a uno o più atomi del metallo e per entrare in cluster di atomi.

Il brevetto sarà verificato dalla comunità dopo la pubblicazione dei particolari sperimentali. Tuttavia la mia opinione da esperto è che la giustificazione teorica delle sezioni 028 e 029, a pp. 3 e 4, non ha alcun senso e non corrisponde a quanto sappiamo di meccanica quantistica, di molecole e di solidi.

(Sottolineato nell’originale perché la custode afferri il concetto.)

Gli atomi di metallo (M) e gli idruri (H) formano complessi, come dicevo, in cui le distanze tra M e H sono tipicamente di 1,7 Ångstrom. Gli idruri non possono prendere il posto di un elettrone, si legano nella maniera chimica normale verso il metallo quali basi di Lewis. Il buco potenziale descritto nel paragrafo 029 è ignoto alla comunità e contraddice le leggi fondamentali della fisica. Gli idruri non si avvicineranno mai abbastanza a una forma nucleare per effettuare una reazione: tutti i calcoli di meccanica quantistica che conosco – e conosco a fondo la letteratura – mostrano, come ho detto, una tipica distanza di equilibrio tra un idrogeno e un metallo di circa 1,7 Å (dipende dal metallo). Una vibrazione può far avvicinare l’idrogeno all’atomo del metallo, ma le barriere per portarlo molto vicino, diciamo a meno di 0,1 Å, sono gigantesche. Da una stima, direi attorno alle centinaia di elettronvolt.

Roald Hoffmann

del Baker Lab, Università Cornell, un premio Nobel per la chimica, uno dell’ACS per la chimica inorganica, un altro per quella organicaoddìo quanti omissispoeta.

*

Immagine: chemioadsorbimento/Pubblico dominio


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Soluzione semplice ed elegante

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IL PARCO DELLE BUFALE - Dani2005dani segnala un’idea (1) geniale (2) del governo canadese che ridurrà i danni climatici ed ambientali causati dallo sfruttamento delle sabbie bituminose nello stato dell’Alberta.

Sintesi: In attesa dell’e-cat Rossi-Focardi, dell’Hydrotron Abundo, del reattore Piantelli-Focardi-Piantelli, del piezoreattore Cardone-Mignani-Fucilla-Aracu Bros omissis, il Canada comprerà mini-reattori nucleari in fase di sviluppo in Giappone per smettere di truccare i dati sull’inquinamento ambientale e installarli, entro il 2020, lungo laghi e fiumi dell’Alberta per accelerarne l’ecocidio e produrre il vapore necessario a estrarre il bitume dai suoli decapsulati, per renderlo meno viscoso e farlo scorrere nei pipe-line in costruzione (o forse no) attraverso gli Stati Uniti, fino alle raffinerie del Texas e del Minnesota per farne petrolio dal quale trarre benzina.

Note  

(1) Il progetto ha fatto venire in mente alla redazione il Rube Goldberg Machine Contest che quest’anno ha per tema Hammer a Nail: va costruita una macchina di 6m3 al massimo che con un minimo di 20 passaggi pianta un chiodo in 2 minuti al massimo. Se i lettori trovassero uno sponsor, Oggi Scienza si farebbe in quattro per promuovere l’iniziativa in Italia.

(2) In periodo di Carnevale, la redazione insiste perché venga precisato quanto segue:

- Toshiba ha confermato che il governo canadese le ha già commissionato un mini-reattore a “travelling wave”; produce circa un quinto dell’energia rispetto ai reattori di II generazione, però va a uranio impoverito per 40-80 anni senza dover sostituire il combustibile.

- Bill Gates ha investito in questa tecnologia con l’intenzione di ridurre le emissioni di gas serra. La custode ne ha sentito parlare bene anche da climatologi per il disarmo nucleare (e non solo quello) e per il riciclaggio dell’uranio depauperato a fini non bellici.


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In Capricorno

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Seifert2013

IL PARCO DELLE BUFALE - Mentre i climatologi di professione fanno le pulci ai propri dati e strumenti per migliorare le conoscenze sull’andamento delle temperature globali, un gruppo di dilettanti sforna previsioni perfette al primo colpo mischiando verdure e mammifere.

Su Climate Monitor, il ten. col. Guidi riprende i risultati di un modello che apprezza in particolare, sia perché considera l’ozono e gli aerosol come variabili puramente naturali, sia perchè comprende

il ciclo multidecadale tri-sinodico Giove-Saturno

concepito dall’insegnante di materie artistiche Joachim  Seifert e dall’ingegnere elettronico Frank Lemke  del Global Warming Prediction Project.

Il termine “riscaldamento globale” indica la tendenza a lungo termine, ma il Progetto ne fa un uso innovativo su pochi mesi, utilizzando le serie temporali che un suo programma informatico trova in rete. Di solito preferisce la serie HadCrut3, un po’ più fresca delle altre due per carenza di rilevamenti nell’Artico (carenza superata nella HadCrut4). Questa volta ne preleva i dati

dall’aprile 2011 al dicembre 2012. Questi 21 mesi  sono usati per verificare la potenza predittiva del modello sistemico su un periodo “fuori campione”.

Il periodo è breve, ma ha il vantaggio di escludere l’insolito tepore dell’emisfero nord da gennaio ad aprile 2011 e di dare un esito molto soddisfacente:

l’accuratezza raggiunge un eccezionale 98%

anche perché trascura l’incertezza dei dati che non sarebbe spiegabile, sebbene sia spiegata nei due data- set di HadCrut3.

Quanto al confronto con uno scenario del IV rapporto dell’IPCC, è tanto più lusinghiero che la figura  in cui viene mostrato non proviene dal quel rapporto: è una rappresentazione artistica che sovrappone varie curve a varie scale temporali e le tronca nel 2017 senza averle ricalibrate.  Sui 64 mesi scelti per il confronto, la “previsione” della temperatura fatta dall’IPCC raggiunge soltanto un 23% di accuratezza.

I 21 mesi del Progetto sembrano molto più azzeccati di 64 mesi ritagliati da una curva di 93 anni, però né i cavoli né la capra mostrano il “ciclo multidecadale tri-sinodico Giove Saturno” che suscita l’entusiasmo del ten. col. Guidi. Per di più, quel ciclo ha un periodo di 1.650 anni e non coincide con quelli dell’astrologo Langscheidt usati di recente da Nicola Scafetta per prevedere che il raffreddamento globale era iniziato nel 2006.

Eppure Nicola Scafetta era tanto caro al tenente colonnello, dev’esserci sotto uno screzio da Marte in Capricorno? Alla custode manca data ora e luogo di nascita, non può controllare. Qualche lettore ben introdotto nelle Forze Armate le farebbe un piacere?

Immagine: Global Warming Prediction Project


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Tentazione, cadere in

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IL PARCO DELLE BUFALE - Il fisico Riccardo Reitano ha fatto una peer-review della cosmogonia di Ben Boux, famoso per la Nuova umanità e per un “processo di produzione di energia da fonti non convenzionali”, per dirla con il prof. Ferrari, che garantisce “una resa del 250%, una potenza gratuita del 150%!”

Il pregevole risultato si basa sulla teoria bouxiana dell’atomo, in particolare, e dell’universo in generale.  Estratto:

L’universo è elettrico. È composto di un solo componente, a cui sono associate alcune proprietà su più dimensioni, che ne caratterizzano il comportamento. Per parlare in termini esoterici l’universo è composto di Luce, innumerevoli componenti essenziali, e agisce tramite il Verbo, la caratterizzazione delle grandezze efferenti intrinseche. Tutte le manifestazioni della realtà, la materia ed i campi di forze che la accompagnano sono, in pratica, la stessa cosa.

Bella come un’equazione di Dirac, ha pensato la custode folgorata e ora confortata dalla valutazione del prof. Reitano:

Per evitare che altri cadano come me nella tentazione di un sicuro divertimento, riporto solo l’origine della rivelazione come, dicono, lui stesso ha scritto in una lettera a Rubbia.

L’inizio è che “Dio è il creatore, ma insieme è anche il figlio di Dio, ed anche, oggi, l’incarnazione in una ineffabile creatura che dimora in una astronave che stanzia nel sistema solare”.

Non possiamo comunicare direttamente con lui ma “Oggi è presente tra noi e si manifesta come Gyeorgos Ceres Hatonn, comandante della flotta Pleiadeana, oppure come Aton, oppure come Michael Christ”.

Infine, “Come Hatonn, negli anni passati ha inviato una serie di documenti scritti da un collaboratore, qui sulla terra in Usa, e trasmessi via radio dalla astronave Phoenix”.

In seconda battuta, “Esiste un altro autore molto competente in materie scientifiche, Germain, questi è un Maestro asceso, cioè un essere umano del passato che ha raggiunto uno stato di elevazione spirituale tale da permettergli di passare allo stadio successivo dell’esistenza” (…)

Se ha ragione lui e abbiamo notizie di prima mano sulle leggi che governano il mondo direttamente da Colui che le ha create, presto il mio lavoro sarà inutile e mi licenzieranno. Dovrò mendicare un posto nella Flotta Pleiadeana.

La custode ringrazia il prof. Reitano e augura buon viaggio Carnevale anche a lui, ma ritiene che la lettera originale meriti, e ripaghi con ore di giubilo, uno studio approfondito nonché comparato con le teorie dei promotori di e-cat, athanor ecc. pubblicate in questi anni su 22 passi.

Gradirebbe inoltre sapere cos’ha risposto Carlo Rubbia una volta ripreso i sensi.  

(1) Di cui duole segnalare la chiusura provvisoria e sospensione definitiva ma forse temporanea o meno.

Foto: INFN


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Replicabilità garantita

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COSTUME E SOCIETÀ - Negli ultimi mesi, la reputazione della psicologia è stata un po’ appannata dalle falsificazioni dovute a ricercatori olandesi. Per ridarle lustro, un gruppo australiano ha collaudato un metodo per generare automaticamente dati (reali) che confermino i risultati precedenti.

Forse alcuni lettori ricordano “NASA fakes the moon landing, Therefore (Climate) Science is a Hoax: An Anatomy of the Motivated Rejection of Science”,

Un recente studio su frequentatori di blog sul clima, dal quale risultava che l’ideazione cospirazionista era associata al rigetto della scienza del clima e di altre proposizioni scientifiche quali il legame tra cancro al polmone e fumo e tra HIV e AIDS (Lewandowsky, Oberauer & Gignac, in stampa, detto poi LOG12).

Tali associazioni erano già state osservate nei secoli scorsi fuori dall’ambiente digitale. Tuttavia, dal punto di vista della ricerca, quest’ultimo offre vantaggi specifici in termini di campione rappresentativo e rapidità e abbondanza delle reazioni agli stimoli, come dimostra il secondo episodio già in stampa. Titolo originale altrettanto lungo del precedente e traduzione del sunto:

Recursive Fury: 

Conspiracist ideation in the blogosphere in response to research on conspiracist ideation

Il presente articolo analizza la reazione della blogosfera climatica alla pubblicazione di LOG12. Identifichiamo e rintracciamo le ipotesi emerse in risposta a LOG12 che mettevano in dubbio la validità delle sue conclusioni. Con i criteri standard per identificare l’ideazione cospirazionista, mostriamo che molte di queste ipotesi esibivano contenuti cospirazionisti e pensiero controfattuale. Per esempio, mentre le ipotesi iniziali si concentravano strettamente su LOG12, alcune finirono per ampliarsi e includere altri attori oltre gli autori di LOG12, quali dirigenti di università, un’impresa editoriale e il governo australiano. Nella sua configurazione generale, la risposta della blogosfera a LOG12 illustra il possibile ruolo dell’ideazione cospirazionista nel rigetto della scienza, sebbene gli studiosi potrebbero avanzare in futuro interpretazioni alternative.

Gli autori sono gli psicologi cognitivi e recidivi Stephan Lewandowski della University of Western Australia e Klaus Oberauer dell’Università di Zurigo, assistiti da John Cook dell’Università del Queensland e di Skeptical Science e da Michael Hulme-Marriott di Climate Realities Research. Dalle sfuriate cospirazioniste, i quattro furbacchioni hanno tratto un articolo che rilancia in blogosfera la ricorsività di pensieri contro-fattuali, insulti e minacce, da cui trarre un altro articolo che  “genera dati”, come scrive Lewandowski, inventore del processo di produzione ricorsiva.

Vista la mancanza di personale e di fondi per la ricerca italiana, va sottolineato che la materia prima entra sua sponte nel suddetto processo, riducendo costi e tempi della raccolta dati. Per suggerimenti su quale blogosfera studiare, rivolgersi al Parco delle bufale.

Immagine: da Escher, DisTok Wikispaces


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Il bosone di Baurov

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IL PARCO DELLE BUFALE – In previsione del calo della fantafisica autoctona dovuto al periodo elettorale – quanto ci manca l’on.le Scilipoti! – l’Istituto di Biometeorologia del CNR ha provveduto a importarla a Firenze dalla Russia.

Sull’invito per l’evento del 31 gennaio a cura del dott. Francesco Meneguzzo, si legge

Il seminario si propone di fornire un quadro della teoria fisica cosmologica elaborata dal Prof. Yuriy A. Baurov a partire dagli anni ‘80 e sviluppata sulla base dell’osservata anisotropia marginale globale dello spazio fisico.

Tale teoria, denominata “teoria byuon”, offre una nuova prospettiva per l’interpretazione di numerosi fenomeni della fisica a molte scale diverse, dall’espansione accelerata dell’Universo al decadimento radioattivo, nonché ad alcuni fenomeni geofisici. Una delle dirette implicazioni della teoria è che una limitata porzione della massa delle particelle elementari stabili, associata alla formazione del relativo spazio fisico, può essere controllata per mezzo dei potenziali di tutti i campi di forza noti (teoria “non calibrata”, in cui i potenziali di campo assumono un ruolo fondamentale) e che l’energia risultante si manifesta come una nuova forza, generalmente anisotropica e attiva su tutte le scale fisiche.

Oltre alla presentazione della teoria fisica di base e della relativa interpretazione di fenomeni complessi oggetto della ricerca più attuale, il seminario è anche un’occasione per illustrare gli esperimenti eseguiti allo scopo di verificare le predizioni della teoria, in particolare presso l’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze.

Da quello che la custode ha capito dopo diligente studio di due pubblicazioni del Prof. Baurov (pdf a richiesta di Luca Mazzucato in particolare), il campo del byuone vettore fa da canale di informazione quantistica, per cui spiega la materia e l’energia oscura, la tettonica a placche, i terremoti e i tornado, fenomeni vari ed eventuali e la coscienza umana (pdf a richiesta in generale). Dalla forza byuonica si può trarre energia pulita, alternativa e gratuita; infatti il prof. Baurov e il dott. Meneguzzo hanno inventato uno scalda-piscina byuonico per il quale hanno chiesto un brevetto. (Ogni allusione alla Sophoid theory dell’ing. Abundo e all’energia del vuoto galattico rivelata da alieni all’ing. Schneider è puramente casuale.)

Negli esperimenti presentati dal dott. Meneguzzo il 31 gennaio, in una piscina tipo Ikea – tout se tient – riempita d’acqua un modellino di barchetta si spostava in orizzontale dimostrando così l’anisotropia dovuta al campo di byuoni rematori oltre che vettori, in barba alla legge di conservazione del moto.

Al CNR quella legge è ignota, ha pensato la custode. Peggio ancora, nessuno ha mai osservato l’effetto stick-slip con papere di plastica a galla nella vasca da bagno o sentito come viene usato da certe aragoste per mandarsi un sms e la slapstick comedy si chiama tuttora commedia dell’arte.


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Voodoo con gomma americana

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Photo of Gerald R. Ford

IL PARCO DELLE BUFALE – Alcuni ricercatori giapponesi smentiscono una teoria prevalente dagli anni Sessanta e ne confermano una del 2009, ancora controversa, sulla creatività delle neuroscienze.

Un professore dell’Università di Milano Bicocca segnala al Parco questo articolo uscito di recente sulla rivista Brain and Cognition:

Effetto della masticazione sulla velocità dell’elaborazione cognitiva

Gli autori riassumono così l’esperimento (link redazionali):

Il livello di ossigenazione nel cervello di 17 adulti sani (20–34 anni) è stato osservato durante un test di attenzione (ANT) è stato osservato con la risonanza magnetica funzionale (fMRI) … I partecipanti dovevano schiacciare un pulsante con il pollice destro o sinistro a seconda della direzione di una freccia presentata centralmente.

I partecipanti hanno ripetuto il test con e senza gomma, inodore e insapore, sentendo la tesi secondo la quale masticare gomma americana inficia la coordinazione motoria, in particolare quella del presidente Ford. “Da un lato”, scrivono gli autori, senza gomma la velocità di reazione era di 545  millisecondi; con gomma di soli 493 millisecondi soltanto:

I risultati comportamentali mostrano che il tempo medio di reazione diminuiva significativamente, a prescindere dal baratto tra velocità e accuratezza, sebbene non ci fossero cambiamenti significativi negli effetti comportamentali (effetti conflittuali e sullo stato di vigilanza).

“Dall’altro” però, gli autori confermano la tesi di Edward Vul sulle correlazioni voodoo nelle neuroscienze. In assenza dei succitati “cambiamenti significativi”, suggeriscono comunque un nesso tra maggiore velocità dei pollici e “performance cognitiva superiore”:

Dall’altro, in condizione di masticazione l’analisi fMRI ha rivelato attivazioni nella corteccia cingolata anteriore e nel giro frontale sinistro, per quanto riguarda il circuito cerebrale esecutivo, e le regioni motorie per quanto riguarda entrambi i circuiti dell’attenzione. Questi risultati suggeriscono che, oltre all’effetto sul controllo motorio, la masticazione ha indotto un aumento del livello di eccitazione e di vigilanza, di conseguenza tali effetti potrebbero portare a miglioramenti della performance cognitiva.

Il Parco ha candidato la ricerca al premio IgNobel, anche perché il capo del comitato di valutazione ha un bias per la masticazione sperimentale (link per adulti, da non cliccare dopo il pasto).

Foto:  Gerald Ford, U.S. Government


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L’Icat e la metafisica del tubo

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Keppe01

IL PARCO DELLE BUFALE – Ai candidati alle elezioni che si sono impegnati a sostenere le energie alternative, segnaliamo il motore Keppe raccomandato da Sterling “Obama su Marte” Allan, e ai lettori quello raccomandato dal personale del Parco.

Sul blog Fusione fredda, AC/DC – nomen omen – ha scritto al titolare dott. Camillo Franchini (link redazionali):

Visto il momento di stanca, se ne ha voglia,

potrebbe dare un’occhiata a Keppe, il nuovo beniamino di Sterling Allan (che sia un lontano parente di Keshe??). E magari potrebbe anche acquistare un fantastico Keppe Motor Kit alla modica cifra di 329 Dollari ed immergersi nella lettura del verbo di Keppe: “La Nuova Fisica della Metafisica Disinvertita”.

Lo sfaticato non ha avuto voglia, Mario Massa (1) e la custode sì. Con prudenza, la seconda ha limitato l’immersione a una spruzzatina: la descrizione del libro. Le è parsa ancor più folgorante di quella della Trama Svelata di Yuri Baurov, Alfonso Crisci e Francesco Meneguzzo:

Le scoperte della Fisica sono fondamentali perché si abbia conoscenza non solo della Biologia (insieme alla Genetica), ma soprattutto della Psicologia. Tuttavia, tutti questi campi scientifici sono stati ispirati dalla Metafisica di Aristotele (che l’autore di questo libro studia da 48 anni, credendo che essa, nella sua struttura basilare, sia invertita, avendo così condotto le altre scienze verso un identico cammino). Norberto R. Keppe mostra qui la necessità di unire questi tre campi (Fisica, Biologia e Psicologia), affinché vengano interamente compresi, essendo, allo stesso tempo, complementari e indipendenti fra di loro.

Mentre dava l’occhiata suggerita da AC/DC, la custode ha visto che l’unico prodotto in vendita è un ventilatore con motore elettrico fino a 15 volte più conveniente dei motori non Keppe (efficienza media: 80-90%). Al momento la Keppe cerca partner industriali per elettrodomestici d’antiquariato, progettati da collaboratoripsicanalisti come il titolare.

Nato nel 1927, dopo aver studiato la Metafisica di Aristotele, il dott. Keppe ha scoperto infatti la Psicopatologia Trilogica nonché la teoria dell’energia spaziale scalare basata sulla scienza, l’amore e la religione (cristiana). Nel 1990 a Parigi, ha fondato insieme alla collaboratrice-psicanalista de Souza Pacheco la Società Internazionale di Trilogia Analitica con un certo seguito in Finlandia; l’associazione STOP the Destruction of the World; il Grande Hotel Trilogia di Cambuquira che ospita le conferenze  Icat sull’energia della coscienza, e una ventina di siti per promuovere il suo motore che cattura le onde elettromagnetiche del vuoto cosmico. Perciò oltre alla convenienza, scrive Sterling Allan, ha anche proprietà terapeutiche.

Studiata per 48 ore e disinvertita la Métaphysique des tubes,  la custode vende due fantastici Kustod Motor Kit da $328,50 e da $32,85  (con un tubo solo).

*

(1) Ai professori delle prestigiose università che da mesi cercano invano di misurare l’energia in eccesso prodotta dall’Hot-cat, si raccomanda l’ottimo metodo usato da Mario Massa per controllare la resa “over unity” di uno scaldabagno russo acquisito dall’industriale della free energy Andrea “Mistero” Rampado.


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Yes, we do!

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IL PARCO DELLE BUFALE - Cade il primo anniversario di un colpo basso, detto Fakegate, costato allo Heartland Institute la reputazione e molti donatori per cui ha dovuto ridimensionare la lotta contro le scienze e gli scienziati del clima. Per fortuna, può contare tuttora su un manipolo di volontari italiani.

Nel febbraio 2012 Peter Gleick, presidente del Pacific Institute,  si procurava documenti interni in risposta a una mail che pareva spedita da un membro del CDA dell’istituto. Risultava che l’istituto ridistribuiva ad opinionisti, purché disposti a prendersi parecchie libertà con i fatti, i fondi ricevuti – direttamente e attraverso fondazioni e think tank –  dalle industrie del petrolio, del gas e del carbone, dette poi Big Oil.

Alcuni donatori non Big Oil disertarono. Per recuperarli, l’istituto lanciò una campagna pubblicitaria in cui paragonava a serial killer e dittatori sanguinari la maggioranza degli americani consapevoli dei cambiamenti climatici in corso. Tanti donatori non Big Oil disertarono e, per tagli ai cachet e alle spese di viaggio, disertarono l’adunata tradizionale anche politici e star, trasformando la grande occasione di raccolta fondi in un flop, per ammissione dello stesso Joe Bast.

In Italia però, Climate Monitor resiste come il villaggio di Astérix alle legioni romane e continua a diffondere lo Heartland-pensiero. Un anno fa Guido Botteri, collaboratore della prestigiosa testata diretta dal ten. col. Guidi, prevedeva che Fakegate sarebbe stato il chiodo finale nella bara degli scienziati e delle scienze del clima in un post dal titolo pieno di speranze, This is the end. Un anno dopo gli sembra che tali speranze stiano per realizzarsi:

Non tutti sono d’accordo che il 97% degli scienziati credano nell’AGW:

(segue link al post di James Taylor ”Peer-Reviewed Survey Finds Majority Of Scientists Skeptical Of Global Warming Crisis” sul sito di Forbes.)

parlando con varie persone, ho notato che molti siano convinti che la totalità degli scienziati concordino sull’AGW, NESSUN climatologo escluso Quando gli fai qualche nome dei tanti che invece sono scettici, partono con la denigrazione, pagati dai petrolieri…

Come tutti sanno, meno i colleghi di Climate Monitor, il 90% degli scienziati che fanno ricerca e il 97% di quelli che fanno ricerca sul clima affermano che l’AGW (riscaldamento globale antropogenico) è suffragato da innumerevoli dati. Ma James Taylor è il managing editor dello Heartland. Questa volta si guadagna lo stipendio spacciando per un “sondaggio degli scienziati” un articolo uscito su Organization Studies, una rivista di studi aziendali:

Sta diventando chiaro non solo che molti scienziati contestano la presunta crisi del riscaldamento globale, ma che questi scienziati scettici possano in realtà formare un consenso scientifico.

lettori di Forbes non ci credono. Le autrici della ricerca sbugiardano Taylor in un modo educato, gli altri sono meno cortesi:

James, lascia perdere.

scrive un signore dopo aver ristabilito i fatti.

Ho appena visto il tuo legame con Heartland.  Conoscere i fatti potrebbe metterti nei guai, usarli peggio ancora.

Paternamente, consiglia:

Magari torna a occuparti di diritto, o prova a fare il comico. Non sei tagliato per il giornalismo

Firmato con nome e cognome, come il commento successivo

“More like prostitution.”

Auto-denigrazione

Nell’articolo “Science or Science Fiction? Professionals’ Discursive Construction of Climate Change”, chiaro già dal titolo che Taylor omette, Lianne Lefsrud e Renate Meyer analizzano le risposte a un questionario compilato cinque anni fa da 1.077 ingegneri e geologi canadesi dell’APEGA, pagati da Big Oil in quanto dipendenti, dirigenti o consulenti di Big Oil.

Le autrici distinguono alcune categorie mentali (frames) usate dai  “professionisti” per esprimersi sul riscaldamento globale e sul protocollo di Kyoto. Semplificando, in ordine decrescente le categorie sono realismo, cospirazionismo e fatalismo:

- per il 36% l’AGW esiste, per il 5% la causa è in parte umana e in parte naturale, il 41% vuole che il protocollo di Kyoto limiti le emissioni di gas serra;

- per il 24% – principalmente alti dirigenti, maschi, bianchi e anziani – il GW è naturale e innocuo, gli scienziati sono inetti e corrotti, gli ambientalisti dei cospiratori isterici ecc.; un 10% ritiene che regolamentare i gas serra equivale a distruggere il capitalismo; totale: il 34% è fortemente contrario al protocollo di Kyoto;

- per il 17%, anche se c’è poco da fidarsi dei modelli climatici,  la frittata è fatta, quel protocollo “è troppo poco, troppo tardi”.

Nulla a che vedere con quanto scrive Taylor, ma Guido Botteri e i suoi colleghi still believe in Heartland Institute… salvo quando si denigra.

Crediti immagine: Sydney Morning Herald, Desdemona Despair


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Il Copernicola della Foresta Nera

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N.Tesla

IL PARCO DELLE BUFALE – Su Le Scienze, Paolo Attivissimo notava che gli scienziati geniali e incompresi si richiamano volentieri a Nikola Tesla. Che stiano cercando di vendere una bovin bobina?

Il collega fa un esempio italiano, non si tratta di una specialità locale. Come un “Fermi dell’Abruzzo” o un “Galileo” di via dell’Elettricista (Bologna), anche il prof. dott. ing. Konstantin Meyl - docente di fisica alla Scuola superiore di tecnologia di Furtwangen, titolare del First Transfer Centre of Scalar Wave Technology e detto in Germania il “Copernico della Foresta Nera” – produce energia alternativa.

Diversamente da loro però, è riuscito a pubblicare due articoli in riviste di biologia. In “DNA and cell resonance: magnetic waves enable cell communication”, spiega che all’andata, le onde elettro-magnetiche emesse dal DNA si propagano nella “direzione del vettore del campo magnetico” e al ritorno in quella del vettore delle onde scalari da lui stesso teorizzate e mosse dalla “potenza dei neutrini superluminali”.

L’articolo è stato ritrattato da DNA & Cell Biology senza alcuna spiegazione, si apprende da Retraction Watch, ma una versione lievemente diversa è tuttora consultabile in open access sul Journal of Cell Communication and Signaling. Il prof. Ulrich Berger, specialista di teoria dei giochi all’Università di Vienna e presidente dell’equivalente austriaco del CICAP, prevede che sarà ritrattata presto in quanto è “dissennata”.

Deve esserci un malinteso. Dal 2011 il prof. Meyl rivoluziona la genetica perché nel 1990

ha scoperto un errore fondamentale nelle equazioni di Maxwell

(non proprio) e

dopo averlo corretto, è stato in grado di derivare con eleganza i risultati di Tesla e di spiegare molti altri effetti fisici non spiegati dalla scienza.

È stato anche in grado di derivare alcuni prodotti. Con 3.600 euro potete comprare un kit e costruire

una linea di trasmissione d’energia come quella di Tesla.

Alcune derivazioni vengono via con meno:

Vi interessa la trasmissione di energia senza fili (senza cavo di terra) con una bobina di Tesla? Oppure come Tesla, volete tenere accesa fuori una lampada fluorescente senza collegamento alla rete?

Vi basta un generatore di radio-frequenze da 800 o 1.400 euro. Se siete omeopati, vi serve un’apparecchio da 7.888 o 9.860 euro per modulare di fino le onde scalari. La loro “risonanza”, ricorderanno i lettori, ha già trovato applicazioni terapeutiche nelle scatolette ucraine della multinazionale Steriwave che guariscono cento patologie tra cui le ghiandole mammarie. Riteniamo pertanto imminente una Teoria Omeopatica del Tutto che unirà la teoria di Meyl a quelle dei proff. Del Giudice-Preparata e Degli Antoni-Srivastava-Valenzi.

p.s. Il prof. Berger ha un blog anti-bufale. Ai lettori che sanno il tedesco, questo post o questo faranno venire in mente analogie italiane.


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Un Progetto per il Parco

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Crediti immagine:  JoeInSouthernCAIL PARCO DELLE BUFALE - Per motivi economici, Oggi Scienza non riceve le riviste di divulgazione scientifica alternativa. Mentre aspetta che adottino l’open access e la carità cristiana, la custode propone una soluzione editoriale.

Non c’è dubbio che il metodo scientifico abbia limitazioni, in particolare nella Regione della custode dove sono stati rieletti i partiti che avevano tolto Darwin dai libri di scuola. In cambio di una modesta consulenza, il Parco s’impegnerebbe a pubblicare la traduzione di una nuova rivista che denuncia e supera detti limiti. Seguono estratti:

A proposito della ricerca di Luca Casacci et al., Jeffrey Tomkins, che ha ottenuto un dottorato in genetica alla Clemson University, scrive

Formiche ‘parlanti’ sono una prova della Creazione

Nuove sorprese che rivelano una bio-ingegneria complessa emergono di continuo mentre scienziati evoluzionisti continuano ad ubbidire senza volerlo al comandamento biblico: “Va dalla formica, o pigro” (Proverbi 6:6; 30:25).

A proposito di quella di Michael Shapiro et al., Brian Thomas M.S. scrive:

Uno studio sui piccioni conferma la Creazione

La costanza del tipo piccione conferma il resoconto del Genesi 1, secondo il quale Dio ha creato “ogni volatile secondo la sua specie” e quello del Genesi 7 in cui sono specificate le coppie feconde di tipi di uccelli che devono salire a bordo dell’Arca di Noè.  Il DNA dei piccioni non indica  alcuna parentela con qualunque altro tipo di uccelli e contrasta con l’affermazione di Darwin secondo cui tutti gli uccelli condividono un antenato comune.

Sempre Brian Thomas scrive della ricerca di Ken Catania sulla talpa senza pelo:

L’odorato in stereo funziona solo se il sistema nervoso rileva una differenza tra la potenza dell’odore che raggiunge ogni narice. Considerata la minuscola distanza tra le narici, la precisione e miniaturizzazione di questo sensore biochimico è stupefacente.

Che esso venga notato o ignorato, è sempre possibile sentire l’odore del Progettista esperto dietro ogni progettazione esperta. E dalle talpe nude emana certamente la fragranza della progettazione.

La metafora odorosa filata lungo l’intero articolo è pungente, ma appropriata.

Dato il comandamento “va alla formica, o pigro”, con un piccolo supplemento la custode, entomofila, sarebbe favorevole a un’antologia di articoli tratti dalla rivista rivale Answers (in Genesis). Più orientati al mercato, aiuterebbero l’imprenditoria locale e nazionale a far uscire il Paese dalla crisi. A proposito della ricerca di Xuefeng Gao et al. sulla forza di van der Waals sotto le zampe dei Gerridi per esempio, il dott. Don DeYoung scrive:

Dai tempi della Creazione, gli insetti pattinatori scivolano senza sforzo su laghi e pozze. Il segreto sta in una progettazione ingegnosa che solo il Grande Progettista può aver inventato.

Rivelano una progettazione creativa complessa e ispirano idee pratiche per nuovi prodotti. Non abbiamo ancora stivali per scivolare sulle pozze come i pattinatori, but imagine the possibilities!

La custode immaginerebbe, ma ne sutor ultra crepidam. Cerca pertanto collaboratrici e collaboratori che facciano da Progettisti esperti per preparare insieme a loro un Progetto creativo esperto al quale le istituzioni non possano dire di no.


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Nuove generazioni

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IL PARCO DELLE BUFALE - Quattro anni fa, due presunti ricercatori del Center for Research in Applied Phrenology (CRAP) dimostravano l’efficacia del programma SCIgen nel produrre articoli apparentemente di informatica. Le riviste scientifiche non ci sarebbero ricascate, pensava la custode. Sbagliava.

Nel 2009 Philip Davis, uno studente dell’Università Cornell, decise di controllare se un predone dell’open access, Bentham Science Publishers,  praticava la peer-review come dichiarato. Insieme a un redattore del New England Journal of Medicine, Kent Anderson, mandò all’Open Information Science Journal un articolo di SCIgen, a firma D. Phillips e A. Kent del CRAP (sta +/- per “sterco”).  L’articolo venne accettato in cambio di 800 dollari da spedire in una casella postale degli Emirati Arabi Uniti. Senza mezzi, gli autori lo ritirarono, ma la loro corrispondenza con la redazione fece il giro delle riviste serie e non.

Secondo la custode, la prima prova di MathGen non era stata altrettanto concludente. L’estate scorsa Nate Eldrege, anche lui della Cornell e autore del programma, scriveva:

Il 3 agosto la prof. Marcie Rathke dell’Università del Nord Dakota meridionale a Hoople sottoponeva ad Advances in Pure Mathematics (APM), una delle belle riviste di Scientific Research Publishing… un tour de force matematico intitolato “Independent, Negative, Canonically Turing Arrows of Equations and Problems in Applied Formal PDE”.

Il sunto era “intrigante”:

Poniamo ρ=A, è possibile estendere isomorphismi? Dimostriamo che D′ è stocasticamente ortogonale e trivialmente affine. In [10], il principale risultato era la costruzione di funzioni di p-Cardano, compattamente di Erdős e di Weyl. Ciò potrebbe gettare una luce importante su una congettura di Conway-d’Alembert.

In una settimana appena, il tour de force era accettato con la richiesta di cinque correzioni e integrazioni da parte di un revisore. La “prof. Rathke” rispondeva:

  1. L’obiezione del revisore è azzeccata; in effetti il sunto non ha alcun nesso con il contenuto dell’articolo.

  2. L’articolo contiene sicuramente una pletora di notazioni matematiche, ma è da sperare che i lettori con una formazione adeguata ne inferiscano il senso (o la sua assenza) dal contesto.

  3. In effetti un articolo matematico contiene abitualmente una dimostrazione del suo risultato principale.  Va ammesso che l’omissione rappresenta un lieve difetto del manoscritto.

  4. L’autrice ritiene che le dimostrazioni fornite per le proposizioni indicate siano interamente sufficienti [sono, rispettivamente, "Questo è ovvio" e "Questo è chiaro"]. Rispetta tuttavia l’opinione del revisore e prenderà in considerazione l’aggiunta di alcuni particolari.

  5. Su questo punto, l’autrice obietta vigorosamente. Il formato LATEX del manoscritto è perfettamente standard e in accordo con la pratica comunemente accetta. Non si può dire lo stesso di quello richiesto da APM che usa Microsoft Word [!].

La professoressa Rathke è lieta di apprendere che ciò nonostante il revisore raccomanda di accettare l’articolo poiché, chiaramente, queste differenze di opinione minori non inficiano in alcun modo la validità e la portata generale dell’articolo.

Purtroppo “l’autrice” non disponeva di fondi di ricerca necessari (500 dollari), si era fermata lì senza dimostrare  che sarebbe bastata “l’aggiunta di alcuni particolari”. Nella discussione che proseguiva sul blog di Nate Eldrege (che APM invitava pure a sottoporre un suo lavoro), MathGen era ritenuto comunque soddisfacente e la sua fama rimbalzava da un blog di matematica all’altro fino a Natale. La custode prevedeva che nel 2013 non avrebbe ottenuto neppure quel mezzo successo.

Invece

Un articolo di MathGen e di Stefan Friedl dell’Università di Colonia, “On the uniqueness of prime, Jacobi functors”, è stato accettato con entusiasmo, non da una rivista predona, ma dal Journal of Algebra and Number Theory Academia (JANTA) disponibile solo su abbonamento.

Ai lettori matematici e desiderosi di incrementare la propria produttività, la custode raccomanda  anche un utile generatore di teoremi.

Immagine: Carl Gustav Jacob Jacobi, Wikimedia Commons


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Modus operandi

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IL PARCO DELLE BUFALE - Dopo elezioni che fanno ben sperare, sono ripresi gli aggiornamenti sui progressi dell’energia – pulita, infinita e redditizia – da fusione fredda detta LENR.

Rimbalza in Italia, attraverso Forbes, un comunicato stampa simile a quello del gennaio 2012 tratto della presentazione nel settembre 2011 di quattro ingegneri coordinati da Joe Zawodny al Glenn Research Center della NASA. Versione 2013:

I ricercatori della NASA favoriscono la teoria Widom-Larsen pubblicata nel 2006 dal fisico di Boston Allan Widom e dal fisico di Chicago Lewis Larsen, secondo il quale reazioni nucleari a bassa energia … potrebbero essere responsabili degli occasionali incendi nelle batterie a ioni di litio.

Potrebbero”o forse no, vedi spiegazione degli esperti a p. 47.  Comunque sono reazioni potenti:

 “Diversi laboratori sono saltati per aria mentre studiavano le LENR e le finestre si sono sciolte,” scrive Bushnell [del Langley Research Center della NASA, ndr], “a indicare che nelle giuste condizioni, possono essere prodotte e rilasciate quantità prodigiose di energia.”

“Prodigiose” o forse no. Le rotture di vetri documentate sono poche, scrive a Forbes il presidente della Lattice Energy LLCC:

UPDATE:  Lewis Larsen risponde a questa affermazione nei commenti: “In primo luogo, tutti questi eventi energetici violenti sono molto rari. Sono stati soltanto una manciata nei passati 20+ anni, nel corso di letteralmente centinaia di migliaia di esperimenti LENR; la maggior parte riguardavano recipienti di reazione pieni d’acqua. In secondo luogo, e più importante, NESSUNO di questi incidenti è stato causato da un’esplosione nucleare in sé.”

“Centinaia di migliaia” o forse no, l’anno scorso erano 17.000. Molti sono andati a buon fine a dispetto di quanto vanno dicendo

quei blogger pseudo-scettici, pseudo-giornalisti, pseudo-pensionati o pseudo-qualsivoglia cosa, che dai loro “siti fortificati” continueranno imperturbabili a condurre le loro pseudo-crociate contro la cosiddetta “scienza patologica”… di patologico e insano brilla il loro modus operandi, ogni giorno che passa di più. (1)

Quanto sia patologico e insano, lo dimostreranno le applicazioni tra poco in commercio grazie ai finanziamenti pubblici richiesti con la legge “22 passi” – in omaggio al blog non pseudo-scettico del dott. Passerini - annunciata da un esponente del Movimento 5 Stelle poco prima delle elezioni.

Sull’e-cat in produzione dal 2011 in Grecia, Florida, Massachus Ferrara, uscirà a breve il rapporto del gruppo indipendente, previsto per ottobre 2012. Sarà l’occasione per rilanciare l’idea di una joint-venture pubblico-privata che gioverebbe alle finanze dello Stato?

Dall’Hot-cat si ricaveranno infatti guadagni simili a quelli raggiungibili da centrali termo-elettriche a idrini. Al momento tuttavia, il modus operandi più redditizio resta quello della centrale a motore simil-Penderev, venduta da un licenziatario dell’e-cat visitato da alieni. (2)

(1) Il riferimento, presume la custode, è a ”pseudo-qualsivoglia cosa” come Luciano Maiani et al. che avevano osato criticare la teoria di Widom-Larsen e Srivastava. Oppure all’articolo uscito sul “sito fortificato” dello European Physical Journal A, in cui Einar Tennfors del Royal Institute of Technology fa 8 obiezioni “patologiche e insane”, e conclude:

I dati di scattering dei neutroni usati dagli autori per dimostrare il concetto ne dimostrano invece il fallimento. Le loro presunte reazioni nucleari a bassa energia in reticoli metallici sono basate su numerose fallacie e un modo oscurante di maneggiare le equazioni.

L’oscuramento sta nel fatto che gli autori mischiano a caso unità SI e Gaussiane

(2) Il licenziatario, precisa la custode prima che arrivi una querela.

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La Genesi secondo STMicroelectronics

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creationist_car

IL PARCO DELLE BUFALE - La STMicroelectronics (nota 1) dimostra che la vita sulla Terra è stata creata da un Essere Superiore, in un articolo raccomandato dal dott. Francesco Celani, ricercatore in fusione fredda dal 1989, attraverso il blog 22 passi.

Nella mail riproposta dal dott. Passerini, il dott. Celani scriveva:

Vi trasmetto un recentissimo lavoro (scritto dal Nostro Collega Ubaldo Mastromatteo, Ricercatore Senior alla STMicroelectronics che, oltre ad essere interessante, potrebbe meritare una qualche riflessione. Buona lettura.

Sul Journal of Agricultural Science and Application(s? nota 2), la STMicroeletronics rielabora la nota tesi di alcuni cristiani fondamentalisti statunitensi - in particolare ingegneri e/o informatici<b - sotto il titolo

II Thermodynamics Principle and II Moore’s Law in a Comparison between Living and Complex Artificial Systems

Riproduciamo le conclusioni più importanti nell’originale seguito dalla versione italiana (nota 3):

 3. The living systems cannot have originated spontaneously, since it would be due to pre-exist for their formation, an environment-entropy much lower than that observed in living organisms even the most simple; moreover, this environment should be equipped with the capacity of managing the finalized information.

I sistemi viventi non può avere origine spontaneamente, poiché sarebbe dovuto preesistere per la loro formazione, un ambiente-entropia molto inferiore a quella osservata negli organismi viventi anche la più semplice, inoltre, questo ambiente deve essere dotato della capacità di gestire le informazioni finalizzato.

4. It is useless to search for life forms, even the most elementary on other planets in the solar system or elsewhere on the heavenly bodies where chemical and physical conditions may be similar to those of Earth, as the presence of water and proper atmosphere.

È inutile per la ricerca di forme di vita, anche le più elementari su altri pianeti del sistema solare o altrove sui corpi celesti, dove le condizioni chimiche e fisiche possono essere simili a quelle della Terra, come la presenza di acqua e di atmosfera giusta.

5. If, as we have tried to prove so far, there is no possibility that from a prebiotic environment, what would be the surface of our planet without living organisms, might arise an ordered system capable of reducing its entropy and that of the surrounding environment, just for the validity of the second law of thermodynamics, this suggests the need for a Superior Being to whom these principles and systems are necessarily subjected.

Se, come si è cercato di dimostrare finora, non vi è alcuna possibilità che da un ambiente prebiotico, quale sarebbe la superficie del nostro pianeta senza organismi viventi, potrebbe sorgere un sistema ordinato in grado di ridurre l’entropia e quella dell’ambiente circostante, solo per la validità della seconda legge della termodinamica, questo suggerisce la necessità di un essere superiore a cui questi principi e sistemi sono necessariamente sottoposti.

Note

1. Come da regola stabilita da 22 passi, quanto scrive un autore viene attribuito al suo ente di appartenenza.

2. L’editore, che non ha ancora deciso se mettere o no una s ad <em Application,pubblica qualunque cosa a pagamento. Con un supplemento, provvede alla traduzione in inglese.

3.  Ci siamo avvalsi di Google Translate, come sembra aver fatto la STMicroelectronics.

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Foto: Amy Watts, Wikimedia Commons


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